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Il gioco come terapia nell'autismo (parte seconda) Il gioco ci permette di costruire una routine sociale: se al bambino piaccio- no attività di tipo senso-motorio, come ad esempio il solletico o il gioco del rincorrersi, queste si possono utiliz- zare per creare uno scambio con l'adul- to. In questi casi l'adulto è fonte del piacere, poiché è colui che fisicamente fa il solletico o rincorre il bambino. 1/6 Società 590 Indice A-Z 799
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Il gioco come terapia nell'autismo (parte seconda) Quest'ultimo cercherà di far proseguire l'attività e l'adulto potrà agganciarsi a questo desiderio per promuovere l'at- tenzione congiunta attraverso, ad esem- pio, la ricerca e lo scambio di sguar- di, e per creare nel bambino il bisogno di comunicare con sguardi, gesti, suo- ni, sorrisi. 2/6 Società 590 Indice A-Z 799
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Il gioco come terapia nell'autismo (parte seconda) La ripetizione di questo gioco consen- tirà anche una condivisione di emozioni positive nate dal piacere non solo di ricevere ma anche di fare solletico. Un presupposto essenziale è che l'adul- to si diverta insieme al bambino! Ecco come attività apparentemente semplici rappresentano occasioni preziose per promuovere una relazione positiva e la comunicazione con l'altro. 3/6 Società 590 Indice A-Z 799
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Il gioco come terapia nell'autismo (parte seconda) L'obiettivo sarà poi quello di favorire un gioco semi-strutturato: se da una parte infatti si dovrà seguire la moti- vazione del bambino, dall'altra il te- rapista o il genitore dovrà inserire delle variazioni, avendo sempre chiari gli obiettivi per cui si sta utilizzan- do quel gioco. L'equilibrio tra novità e ripetizione consentirà di arricchire il repertorio ludico, passando da un gioco senso-motorio a un gioco funzio- nale, fino al gioco simbolico e, infi- ne, a un gioco sociale. 4/6 Società 590 Indice A-Z 799
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Il gioco come terapia nell'autismo (parte seconda) Tra le opportunità che offre il gioco c'è quella di poter generalizzare atti- vità e obiettivi in diversi contesti data la facilità, per insegnanti e ge- nitori, di aver occasioni per giocare con il bambino. I genitori, inoltre, potranno sentirsi parte attiva della terapia, sperimentando un senso di ef- ficacia e di gratificazione. Da una parte, infatti, potranno apprendere dal confronto con la terapista strategie di gioco più funzionali, dall'altra, es- sendo "esperti" dei propri figli, po- tranno offrire molti suggerimenti al terapista. 5/6 Società 590 Indice A-Z 799
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Il gioco come terapia nell'autismo (parte prima) Il gioco aiuterà a riscoprire alle mam- me e ai papà il fluire di emozioni po- sitive, che a volte manca e di cui spesso si ha bisogno.All'interno di un programma più esteso di trattamento, l'intervento centrato sul gioco consen- te quindi di promuovere lo sviluppo di abilità socio-relazionali, comunicative e cognitive, nel rispetto dei bisogni, dei tempi, delle modalità di apprendi- mento e delle caratteristiche indivi- duali di ogni bambino! In collaborazione con ScopriAMO l'Autismo APS www.scopriamolautism 6/6 Società 590 Indice A-Z 799

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