pagina 482/1
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte seconda)
Il gioco ci permette di costruire una
routine sociale: se al bambino piaccio-
no attività di tipo senso-motorio, come
ad esempio il solletico o il gioco del
rincorrersi, queste si possono utiliz-
zare per creare uno scambio con l'adul-
to. In questi casi l'adulto è fonte del
piacere, poiché è colui che fisicamente
fa il solletico o rincorre il bambino.
1/6
Società 590 Indice A-Z 799
----------------------------------------
pagina 482/2
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte seconda)
Quest'ultimo cercherà di far proseguire
l'attività e l'adulto potrà agganciarsi
a questo desiderio per promuovere l'at-
tenzione congiunta attraverso, ad esem-
pio, la ricerca e lo scambio di sguar-
di, e per creare nel bambino il bisogno
di comunicare con sguardi, gesti, suo-
ni, sorrisi.
2/6
Società 590 Indice A-Z 799
----------------------------------------
pagina 482/3
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte seconda)
La ripetizione di questo gioco consen-
tirà anche una condivisione di emozioni
positive nate dal piacere non solo di
ricevere ma anche di fare solletico.
Un presupposto essenziale è che l'adul-
to si diverta insieme al bambino! Ecco
come attività apparentemente semplici
rappresentano occasioni preziose per
promuovere una relazione positiva e la
comunicazione con l'altro.
3/6
Società 590 Indice A-Z 799
----------------------------------------
pagina 482/4
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte seconda)
L'obiettivo sarà poi quello di favorire
un gioco semi-strutturato: se da una
parte infatti si dovrà seguire la moti-
vazione del bambino, dall'altra il te-
rapista o il genitore dovrà inserire
delle variazioni, avendo sempre chiari
gli obiettivi per cui si sta utilizzan-
do quel gioco. L'equilibrio tra novità
e ripetizione consentirà di arricchire
il repertorio ludico, passando da un
gioco senso-motorio a un gioco funzio-
nale, fino al gioco simbolico e, infi-
ne, a un gioco sociale.
4/6
Società 590 Indice A-Z 799
----------------------------------------
pagina 482/5
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte seconda)
Tra le opportunità che offre il gioco
c'è quella di poter generalizzare atti-
vità e obiettivi in diversi contesti
data la facilità, per insegnanti e ge-
nitori, di aver occasioni per giocare
con il bambino. I genitori, inoltre,
potranno sentirsi parte attiva della
terapia, sperimentando un senso di ef-
ficacia e di gratificazione. Da una
parte, infatti, potranno apprendere dal
confronto con la terapista strategie di
gioco più funzionali, dall'altra, es-
sendo "esperti" dei propri figli, po-
tranno offrire molti suggerimenti al
terapista. 5/6
Società 590 Indice A-Z 799
----------------------------------------
pagina 482/6
Il gioco come terapia nell'autismo
(parte prima)
Il gioco aiuterà a riscoprire alle mam-
me e ai papà il fluire di emozioni po-
sitive, che a volte manca e di cui
spesso si ha bisogno.All'interno di un
programma più esteso di trattamento,
l'intervento centrato sul gioco consen-
te quindi di promuovere lo sviluppo di
abilità socio-relazionali, comunicative
e cognitive, nel rispetto dei bisogni,
dei tempi, delle modalità di apprendi-
mento e delle caratteristiche indivi-
duali di ogni bambino!
In collaborazione con ScopriAMO
l'Autismo APS www.scopriamolautism 6/6
Società 590 Indice A-Z 799
|