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INAF: CHI SIAMO
L'Istituto Nazionale di Astrofisica è
l'ente di ricerca italiano dedicato al-
lo studio dell'Universo. INAF promuove,
realizza e coordina le attività di ri-
cerca nei campi dell'astronomia e del-
l'astrofisica, in ambito nazionale ed
internazionale. Proiettato nel futuro e
protagonista nelle collaborazioni in-
ternazionali, INAF progetta e sviluppa
tecnologie innovative e strumentazione
d'avanguardia per lo studio e l'esplo-
razione del cosmo. Ma INAF è anche dif-
fusione della cultura scientifica.
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Torna a casa Juice (1)
La missione Juice dell'Agenzia spaziale
europea (Esa), in volo verso le lune
ghiacciate di Giove dall'aprile 2023,
tornerà verso la Terra il 19 e il 20 a-
gosto per una manovra di flyby mai av-
venuta prima che le permetterà di cam-
biare la velocità e la direzione, pre-
parando la sonda al successivo sorvolo
ravvicinato di Venere nell'agosto del
2025. Si tratta di un'impresa audace:
il più piccolo errore potrebbe deviare
Juice in modo irreversibile.
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Torna a casa Juice (2)
Durante il flyby Luna-Terra, l'Esa at-
tiverà anche i dieci strumenti scienti-
fici a bordo della sonda per permette-
re, per la prima volta, di analizzare i
dati raccolti dallo spazio. La sonda
potrebbe essere visibile con un binoco-
lo potente o con un piccolo telescopio,
ma purtroppo volerà sopra il sudest a-
siatico e l'Oceano Pacifico, e non sarà
dunque visibile dall'Italia. Sarà co-
munque possibile seguire il flyby e os-
servare le immagini scattate da Juice
attraverso i social media dell'Esa.
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Una grotta sotto il mare
della Tranquillità (1)
Un gruppo di scienziati guidati dall'U-
niversità di Trento ha fatto una sco-
perta che segna un'importante svolta
nella conoscenza del nostro satellite
naturale, la Luna. Utilizzando i dati
della missione Lunar Reconnaissance Or-
biter (Lro) della Nasa, è stato infatti
possibile dimostrare per la prima volta
l'esistenza nel sottosuolo lunare di un
tunnel lavico profondo circa 130-170
metri, lungo dai 30 agli 80 metri e
largo circa 45 nel Mare della Tranquil-
lità, un sito promettente per una futu-
ra base lunare.
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Una grotta sotto il mare
della Tranquillità (2)
I risultati della ricerca sono stati
pubblicati su Nature Astronomy. Come si
è formato? La superficie del nostro sa-
tellite naturale è ricoperta da milioni
di crateri, ma ospita anche centinaia
di cavità. Alcune di esse sono grosse
buche che si pensa siano state prodotte
dal crollo del tetto di tubi di lava
lunari, ovvero condotti cavi che si i-
potizza si siano formati miliardi di
anni fa, quando la Luna era ancora geo-
logicamente attiva, in seguito a eru-
zioni vulcaniche e allo scorrere dei
flussi di lava.
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La pericolosità all'origine
delle aurore (1)
Un nuovo studio americano ha scoperto
che gli shock interplanetari, ovvero la
potente ondata di particelle e onde e-
lettromagnetiche provenienti dal Sole
che colpiscono frontalmente il campo
magnetico terrestre generando aurore,
possono causare anche correnti elettri-
che più potenti a livello del suolo mi-
nacciando oleodotti e cavi sottomarini.
Tuttavia, in parte, si possono prevede-
re.
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La pericolosità all'origine
delle aurore (2)
Per studiarli, è stato fatto un con-
fronto tra il database di shock inter-
planetari con le letture delle correnti
geomagnetiche indotte da un gasdotto di
Mantsala, in Finlandia. Per calcolare
le proprietà di questi shock, come
l'angolo e la velocità, hanno utilizza-
to i dati del campo magnetico interpla-
netario e del vento solare. Gli shock
sono stati suddivisi in tre gruppi:
fortemente inclinati, moderatamente in-
clinati e quasi frontali. Su Frontiers
in Astronomy and Space Sciences è pos-
sibile leggere tutti i dettagli.
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Così la Terra ha ottenuto
la sua acqua (1)
La Terra potrebbe essere diventata il
pianeta blu che conosciamo grazie a
piccoli corpi rocciosi, i planetesimi,
che si sono formati tardivamente nelle
zone esterne del Sistema solare. "Que-
sti piccoli corpi", dice Mario Trielof
dell'Università di Heidelberg, fra gli
autori della scoperta, "non solo hanno
fornito i materiali da costruzione per
i pianeti, ma sono anche la fonte del-
l'acqua della Terra".
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Così la Terra ha ottenuto
la sua acqua (2)
Secondo lo studio, pubblicato su Scien-
tific Reports, nella prima fase di
formazione del sistema Solare, durata
meno di due milioni di anni, si sareb-
bero formati i planetesimi più vicini
al Sole che avrebbero perso subito
l'acqua a causa della loro vicinanza.
Nella seconda fase si sarebbero formati
invece i planetesimi più lontani dalla
nostra stella, e come tali non avrebbe-
ro perso l'acqua.
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Così la Terra ha ottenuto
la sua acqua (3)
Cosi, la Terra ha poi inglobato questi
piccoli pianeti ricchi di acqua o i lo-
ro frammenti sotto forma di asteroidi o
meteoriti durante il suo processo di
crescita.
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Nel battito delle pulsar,
tracce di materia oscura (1)
Uno studio basato sui dati del progetto
Parkes Pulsar Timing Array ha trovato
indizi dell'esistenza di candidati og-
getti di materia oscura. Secondo i ri-
sultati della ricerca, condotta sui ri-
tardi relativistici osservati in un in-
sieme di 65 pulsar al millisecondo e
presentata al Nam2024 da John LoSecco
della University of Notre Dame, la mas-
sa di uno di questi oggetti sarebbe pa-
ri al 20 per cento di quella del Sole.
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Nel battito delle pulsar,
tracce di materia oscura (2)
Per rivelare la sfuggente materia oscu-
ra il team ha sfruttato le pulsar,
stelle di neutroni estremamente dense e
in rapida rotazione. I risultati po-
trebbero contribuire a comprendere me-
glio la materia oscura e la sua distri-
buzione nella nostra galassia. E ha an-
che una non trascurabile ricaduta per
quello che è lo scopo principale del
Pulsar Timing Array, ovvero la ricerca
di onde gravitazionali. La vera natura
della materia oscura è un mistero.
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Nel battito delle pulsar,
tracce di materia oscura (3)
"Questa ricerca getta nuova luce sulla
sua natura e sulla sua distribuzione
nella Via Lattea, e potrebbe migliorare
l'accuratezza dei dati di timing",
spiega LoSecco.
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