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OMER MEIR WELLBER: "Palermo è una se-
conda casa. I miei 5 anni al Massimo"
Era il 2020 quando Omer Meir Wellber,
direttore d'orchestra israeliano, al
tempo non ancora quarantenne, saliva
sul podio della direzione musicale del
Teatro Massimo di Palermo. Dal 19 al 31
maggio porta nel capoluogo siciliano
Tristano e Isotta di Richard Wagner.
Agis: Qua'è il suo bilancio dei 5 anni
passati al Massimo.
Wellber: Un terzo dei miei 15 anni di
carriera li ho trascorsi al Massimo, un
incredibile viaggio che mi ha permesso
di crescere professionalmente e umana-
mente. Chiudere questo percorso con una
opera di Wagner mi sembra la cosa >>>
a cura di AGIS
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OMER MEIR WELLBER: "Palermo è una se-
conda casa. I miei 5 anni al Massimo"
più naturale.
Agis: Come ha vissuto la città?
Wellber: Palermo, per un israeliano, è
una seconda casa. E' come vivere a Tel
Aviv. Girando per le sue strade avverti
la storia, percepisci le persone, i co-
lori e i suoni ai quali senti di appar-
tenere. Come mi disse il musicologo
Lanza Tomasi nei primi mesi del mio
soggiorno: "Palermo è un bellissimo po-
sto in cui arrivare, ma un pessimo luo-
go da lasciare".
Agis: Perché ha definito il Tristano la
conclusione perfetta del suo percorso?
Wellber: Il primo lavoro che ho affron-
tato con l'orchestra del Massimo è >>>
a cura di AGIS
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OMER MEIR WELLBER: "Palermo è una se-
conda casa. I miei 5 anni al Massimo"
stato il Parsifal, l'ultimo dramma mu-
sicale scritto da Wagner, a cui mi è
poi piaciuto accostare i Vespri Sici-
liani di Verdi, che narra del tentativo
dei siciliani di liberarsi dai francesi
e cambiare il mondo. Per me il Tristano
è l'opera più rivoluzionaria della sto-
ria della musica. Ecco perché metterla
alla fine del mio percorso a Palermo mi
è sembrata la cosa più naturale.
Agis: Come ha affrontato l'esecuzione?
Wellber: Con una bacchetta asciutta,
senza sentimentalismo né spiritualismo.
Una lettura estremamente antiretorica,
che ho condiviso subito con il regista
Daniele Menghini.
a cura di AGIS
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