di Elisabetta Marinelli
Non capita di rado che opere prime sbaraglino la concorrenza di mani, o meglio penne ‘di mestiere’. E’ il caso, ad esempio, di ‘Capo scirocco’, romanzo di Emanuela Ersilia Abbadessa edito da Rizzoli e vincitore della 41.ma edizione del premio letterario internazionale ‘Elba, Raffaello Brignetti’. Una storia di amore e di musica che ha trionfato su altre due opere finaliste, ‘La piramide del caffè’ di Nicola Lecca e ‘Tre anni di luce’ di Andrea Canobbio.
Musicologa ed ex docente universitaria della facoltà di Lingue e letterature straniere di Catania, già autrice di saggi ma esordiente nel genere letterario, Abbadessa racconta la storia dell’irresistibile ascesa del trovatello Luigi Fumini, prima allevato e poi amato da donna Rita Agnello, vedova e ancora gradevole; e dopo ancora tenore di livello e seduttore quasi ingenuo della tenera Anna Cucé. Tre protagonisti, un uomo e due donne, nella Sicilia di fine ‘800 e il vento caldo (lo scirocco) che invade le strade, sfiora i cuori delle ‘femmine’, accende i desideri. Un intreccio di amore e musica, di nobiltà dei sentimenti e di sogni infranti, di costruzione e di rovina, di un destino beffardo che prima dà e poi toglie.“Un racconto di lunghe ombre sotto il sole siciliano che splende sui personaggi- ha commentato il presidente del premio Brignetti, Alberto Brandani- di musica distesa. Di vento che fa perdere la testa e di teatro”. Tutto, le persone pure, è mosso al soffio di quello scirocco cui intitola il romanzo. Scorrendo le pagine veloci, sembra che le figure mutino i loro pensieri e le loro azioni secondo il soffio del vento secco e umido. E dalla ricchezza di colori e sapori accesi sono state forse inebriate le due giurie, letteraria e popolare, che hanno decretato la vittoria di ‘Capo scirocco’.
Colpisce, di questo romanzo, la cura del particolare, descritto e ricostruito con precisione storica per compenetrare l’ambientazione d’epoca, salottiera e aristocratica. Colpiscono le donne, coi loro sogni, le loro speranze e le loro paure in relazione all’età e al tessuto sociale; con i loro segreti e la loro bellezza che sfiorisce senza rassegnarsi all’incedere del tempo. Colpisce la musica con le opere, la lirica e il canto di cui tutti i protagonisti non possono fare a meno. Perché questa è la loro stessa vita.Con ‘Capo scirocco’ il Brignetti, che ha ‘scoperto’ autori come Heinrich Boell ed Eugenio Montale molto prima che ricevessero il Nobel alla letteratura, c’entra, ancora una volta, l’obbiettivo e onora la sua ‘missione’: premia un romanzo onesto, fuori da logiche politiche o puramente commerciali, scritto con il gusto per il racconto, per la letteratura e per la lettura. Una qualità fruibile e accessibile: non a caso si è scelto, attraverso le due giurie, un doppio canale di valutazione che onori tanto la tecnica letteraria quanto la sua capacità di raggiungere le persone.
Nelle foto, la scrittrice Emanuela Ersilia Abbadessa e il presidente della giuria letteraria del premio Brignetti, Alberto Brandani