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Napoli e Juventus in scia alla Roma

Bianconeri battono Milan 3-2 in rimonta Partenopei regolano 4-0 il Livorno. Lazio-Fiorentina 0-0, crisi Bologna pandev_296

di Mauro Caputi

La Roma scatta, Napoli e Juve rispondono, tenendo il passo dell'inaspettatata capolista. I giallorossi, nell’anticipo di sabato, assestano un duro colpo alle ambizioni dell’Inter espugnando 3-0 San Siro. I partenopei restano a due lunghezze in virtù del 4-0 rifilato in casa al Livorno. Idem come sopra per la Signora, che nel posticipo domenicale batte in rimonta il Milan allo 'Stadium' (3-2). Perdono invece contatto dal vertice Lazio e Fiorentina, complice il pari senza reti nello scontro diretto dell'Olimpico.

Giusto il tempo per Rocchi di fischiare l'inizio e dopo appena 19 secondi i rossoneri sono già in vantaggio: Muntari insacca da posizione decentrata, infilando Buffon sul primo palo. Veemente e immediata la reazione degli uomini di Conte. Quagliarella (8') si divora il pari sparando alto da pochi passi, Abbiati devia prima un bolide di Asamoah (9'), poi si ripete smanacciando in angolo un'insidiosa conclusione di Chiellini (11'). Il pari è nell'aria ed ecco puntuale il gol dell'ex Pirlo (15'), il primo segnato al Milan da quando veste bianconero: bella punizione a giro del centrocampista ma palla abbastanza centrale, un colpevole Abbiati riesce a toccare il pallone ma non ad evitare che finisce in porta. Il match resta intenso, combattuto, ma dopo una prima parte di gara pirotecnica, le emozioni cominciano a diminuire. Al 26' botta di Zapata da distanza considerevole, Buffon si allunga e mette in angolo. Si torna negli spogliatoi con un giusto 1-1. Diavolo ancora minaccioso in avvio ripresa (53'): sinistro al veleno di Robinho, Buffon di piede evita il peggio. Minuto 67: esce Quagliarella, entra Giovinco. E il cambio di Antonio Conte 'spacca' il match: la 'formica atomica' si beve in dribbling due milanisti e dentro l'area fulmina Abbiati (69'). L'espulsione di un nervoso Mexes per doppio giallo (74'), reo di aver detto qualche parola di troppo a Rocchi, ufficializza la resa degli ospiti. Un minuto dopo, infatti, Pirlo scaglia sulla traversa un'altra punizione delle sue, sulla respinta il più lesto ad arpionare il pallone è Chiellini, che cala il tris (75'). Con i titoli di coda già pronti a partire, Pogba si fa soffiare la sfera da Muntari che dal limite, complice una deviazione di Bonucci, si regala doppietta e 3-2 (90'). Il Milan, nel recupero, ha addirittura la chance per un clamoroso pareggio, ma il colpo di testa di Zapata, su angolo, finisce alto (93'). Allegri precipita a -11 punti dalla zona Champions: forse troppi, stavolta, per sperare come l'anno scorso in una risalita. La Juve dà invece una spallata alle critiche, definite dal suo tecnico "barzellette", e resta a soffiare sul collo della Roma, seppur a braccetto dei partenopei.

Il Napoli si mostra cinico di fronte a un bel Livorno. Gara in discesa per la squadra di Benitez - che voleva riscattare la brutta figura di Champions contro l’Arsenal – già al 3’, quando Pandev conclude in diagonale un contropiede spinto da Mertens. Gli ospiti sciorinano un buon calcio, con Paulinho ed Emeghara molto attivi, ma le occasioni sono per il Napoli. Pandev si libera ma conclude alto. Al 26’ il raddoppio di Inler: tiro dai 25 metri e ‘papera’ di Bardi che si fa piegare le mani aperte. In finale di frazione Emeghara scheggia il palo esterno. A inizio ripresa (54’) Callejon mette il lucchetto alla gara con una girata da centro area (difesa un po’ molle). I labronici alzano bandiera bianca e il Napoli sfiora il poker ancora con Callejon e con una punizione di Mertens (su cui Bardi riscatta l’errore nel secondo gol) quindi fa centro con Hamsik all’83’ (incursione di Insigne e respinta corta di Bardi). E dopo la sosta il c’è lo scontro al vertice contro la Roma (il calendario lo prevede all’Olimpico, ma si parla di inversione di campo per i cortei che attraverseranno la Capitale).

Porte inviolate all'Olimpico nel secondo posticipo domenicale, con Lazio e Fiorentina che chiudono sullo 0-0. Con una premessa, però: fosse stato un incontro di boxe, ai punti avrebbero sicuramente vinto i padroni di casa. Petkovic sorprende, lasciando in panchina Ledesma, Ederson e Floccari: dentro Biglia, Felipe Anderson e Perea. Scelta azzeccata, visto il buon primo tempo dei biancocelesti che vanno due volti vicinissimi alla rete. Al 12' il colombiano Perea ruba palla a Pizarro, s'invola verso la porta ma il suo destro incrociato esce di poco a lato, Cinque minuti dopo seconda palla-gol: gran sinistro di Hernanes, Neto respinge corto, Candreva di testa manda alto. Poco da segnalare sulla Fiorentina, a parte un'uscita a vuoto di Marchetti con Rossi che in mischia non riesce ad approfittarne. Viola opachi e pochi incisivi: la squadra di Montella fatica a trovare la profondità, giocando troppo per vie orizzontali. Pepito Rossi, fresco di convocazione in nazionale, davanti è troppo solo. La ripresa è più o meno una fotocopia dei primi 45'. La Lazio ci prova ma sottoporta pecca forse in concretezza. Sono dei biancocelesti comunque le uniche occasioni. Diagonale del neo entrato Floccari, Neto ci arriva con la punta delle dita. Randellata di Hernanes, il portiere brasiliano stavolta si salva coi pugni. Infine ci prova Candreva, ma la sua botta da fuori sibila a pochi centimetri dal palo. Resta vuoto il taccuino offensivo degli ospiti, che non riescono mai ad impensierire Marchetti ma portano via un ottimo punto considerate le difficoltà della trasferta. Meno contento forse del risultato Petkovic, anche se la sua Lazio ha dimostrato di essere viva.

Sorprende il Verona che vince 4-1 al ‘Dall’Ara’ e sale a 13 punti, a ridosso delle grandi. Il Bologna resta a quota 3, in cattivissime acque. La partita comincia con circa 25’ di ritardo a causa di tafferugli fra le tifoserie che impediscono l’accesso allo stadio al bus degli ospiti. Partita subito veloce. Diamanti impensierisce Rafael, ma il gol lo segnano gli ospiti, con Cacciatore imbeccato da Gomez Taleb al 22’. I felsinei non hanno nemmeno il tempo di riorganizzarsi che c’è il magnifico raddoppio di Iturbe (29’): l’argentino parte da centrocampo, salta tre difensori e deposita alle spalle di Curci. Nella ripresa il Bologna parte forte e riapre i giochi al 52’ col rigore trasformato da Diamanti (fallo di Gonzalez su Moscardelli, subentrato a Bianchi). Il Verona è però spietato e al 55’ toni conclude in rete un comodo pallone servito da Iturbe. I gialloblù rischiano di dilagare di fronte a un Bologna sotto shock. Juanito sfiora il palo, Romulo supera Curci ma non centra il bersaglio. In pieno recupero (93’) arriva il poker siglato da Jorginho al termine di un contropiede.

L’Udinese ha ragione del Cagliari con un gol per tempo. La gara del ‘Friuli’ non è certo bella, le squadre sono imprecise. Spezza l’equilibrio una semirovesciata in mischia di Danilo a seguito della punizione di Di Natale al 33’. Lo stesso intramontabile capitano raddoppia, direttamente su calcio da fermo, al 53’. I rossoblù provano a fare qualcosa, ma non convincono. L’Udinese si infila negli spazi aperti per il contropiede e fallisce di poco il tris prima con Di Natale, poi con Maicosuel.

Catania e Genoa si equivalgono e il pari, 1-1, che vien fuori al ‘Massimino’ è giusto benché rocambolesco. Primo tempo col Catania bene in avvio, ma poi grato ad Andujar che salva su Kucka. L’ex Lodi è temutissimo sui calci piazzati. La gara si sblocca al 59’ con Barrientos lesto ad approfittare dell’errore di Antonini e a presentarsi a tu per tu con Perin. La rincorsa del Genoa trova il suo premio proprio in vista del traguardo, con l’autogol di Legrottaglie che anticipa di testa Gilardino ma batte imparabilmente Andujar (87’).

Pareggio in extremis della Sampdoria contro il Torino. Il 2-2 di ‘Marassi’ si definisce nel recupero. Gara bloccata finché al 41’ Sansone trova il grimaldello che spezza l’equilibrio con un bel tiro nell’angolo basso. A fine frazione tolto un gol a Pozzi, rapace in mischia: l’arbitro Gervasoni fischia la fine del tempo sulla respinta di Padelli, prima dell’intervento della punta. Nella ripresa succede ben poco fino al pareggio di Immobile (66’) che irrompe su azione d’angolo. Il Torino mette la freccia al 76’, con Curci (sesto gol in campionato) che trasforma il rigore procurato dal fallo di Palombo su D’Ambrosio. La Samp ci mette il cuore, ma non le idee. L’ultima preghiera gettata in area si trasforma in un rigore per l’intervento scomposto di Glik su Eder. Lo stesso brasiliano trasforma il rigore al 93’. I blucerchiati, con 3 punti, restano nelle secche della bassissima classifica.

L’ora di pranzo riserva un bel Parma-Sassuolo vinto 3-1 dai biancoscudati che sfoggiano un Cassano in forma smagliante. Padroni di casa più convinti all’inizio. De Marco annulla ingiustamente (fuorigioco sbagliato) un gol a Palladino, servito da Cassano. Gli stessi protagonisti, tuttavia, confezionano il vantaggio al 32’: Fantantonio sradica il pallone dai piedi di un tentennante Acerbi e lo colloca sulla testa di Palladino che spinge in gol. Prima dell’intervallo l’episodi che sembra girare il match. Errore di Gobbi nel retropassaggio, Berardi scatta e viene affrontato da Mirante che lo stende con una spallata. Consulto fra arbitro e uomo d’area che produce il verdetto: rosso al portiere e rigore. Berardi trasforma e annuncia un secondo tempo d’assalto per i neroverdi. Così è, almeno per la prima parte. Floro Flores è sfortunato, la sua conclusione centra il palo. Poi la squadra di Di Francesco inspiegabilmente cala e il Parma ne approfitta subito. Cassano illumina per Rosi che salta di testa in una difesa molto ferma. Parma nuovamente in vantaggio (70’) e replica sterile del Sassuolo. Che si fa sorprendere nuovamente al 76’: Gargano batte veloce una punizione e pesca Cassano, tutto solo e pronto al tris. Nel finale incredibile Magnanelli che becca due gialli nel giro di pochi secondi, entrambi per fallo di mano. La panchina di Di Francesco traballa sempre di più.