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La Juventus affonda a Firenze: sconfitta 4-2

Lazio ko a Bergamo, Verona quarto. Bene le genovesi, derby al Sassuolo. Nel posticipo, 3-3 fra Torino e Inter. Roma in fuga giuseppe_rossi_296

di Gianluca Luceri

Pepito Rossi stellare (tripletta), Fiorentina da impazzire, la Roma dei record ringrazia e da oggi è ufficialmente in fuga (+5). Dopo il Napoli all'Olimpico, va al tappeto anche l'altra grande inseguitrice dei giallorossi, una Juventus che incappa al 'Franchi' in una sconfitta a dir poco clamorosa per come si è materializzata. Una partita, due storie. Rigore di Tevez (37') dopo un netto fallo di Gonzalo Rodriguez sullo stesso argentino, raddoppio di Pogba (40') complice un comico errore di Cuadrado: alla fine del primo tempo, con i viola mai pericolosi, il match sembrava morto e sepolto. Ma il calcio, si sa, è sport imprevedibile e spietato, così ecco dietro l'angolo la Caporetto juventina. La squadra di Conte, complice un Buffon incerto (sul tiro del 2-2) e una difesa in grave difficoltà, subisce infatti ben 4 gol in appena 15 minuti. L'uomo dei sogni è un ormai rinato Giuseppe Rossi, che ruba gli occhi e la scena. Accorcia dal dischetto (Mati Fernandez steso da Asamoah) al 66', pareggia al 76' con una conclusione per la verità non impossibile. Al 78' Borja Valero innesca il contropiede chirurgico dei viola e inventa un assist perfetto per Joaquin, che cala il tris. Ma lo tsunami non si è ancora esaurito perchè all'80' Pepito Rossi sigla il fantastico poker dei padroni di casa e la sua personale tripletta, che lo scaraventa in testa alla classifica marcatori (8 reti). Per Conte, un durissimo ko che deve far riflettere: la sensazione è che i suoi uomini abbiano peccato un po' di superbia, considerando la sfida già vinta. Applausi e ancora applausi alla Montella-band, che ci ha sempre creduto e non si è mai data per vinta. Il premio è una rimonta che si guadagnerà certamente un posto negli annali del football.

Prosegue a tinte forti l'inaspettata favola del neopromosso Verona di Mandorlini, quarto in graduatoria dopo il successo (3-2) in rimonta al Bentegodi contro il Parma. Match divertente, pirotecnico, imprevedibile. Cacciatore porta avanti gli scaligeri su angolo di Iturbe (9'), poi è show gialloblù. Acquah si divora il pari, Parolo centra il legno ma si fa 'perdonare' al 19' trovando dalla distanza la rete dell'1-1. Quindi è il turno di un Cassano ispiratissimo: stop di petto su assist dello stesso Parolo e destro vincente (25'). Sull'1-2, il Verona rischia il tracollo. Al 30' doppia grande chance per gli ospiti: traversa di Paletta, paratona di Rafael su colpo di testa di Felipe. La ripresa porta però cattive nuove a Donadoni. Minuto 60: Cassani abbatte Toni, Jorginho esegue dal dischetto. Il Parma a questo punto sembra accontentarsi e commette un grave errore, visto che in zona Cesarini Mariani assegna un altro rigore ai padroni di casa, complice stavolta un fallo di Marchionni sullo stesso Jorginho. Il brasiliano con passaporto italiano è ancora implacabile dagli undici metri e all'88' fa esplodere la gioia del pubblico gialloblù, che quasi non riesce a credere ai suoi occhi. I tre punti vanno alla squadra che ci ha creduto di più.

Dopo aver festeggiato in settimana 106 anni di storia, l'Atalanta si regala la terza vittoria consecutiva e dà un'altra 'sistemata' alla sua classifica (12 punti), ora decisamente interessante con annesso sorpasso proprio alla Lazio. Che a Bergamo non piace, non convince ed esce meritatatamente battuta per 2-1. A parte un destro a giro di Floccari fuori di poco, è davvero inconsistente il primo tempo degli ospiti, che non vanno oltre uno sterile possesso palla. Atalanta compatta e velenosa in contropiede: due nitide palle-gol nel giro di quattro minuti (al 36' Marchetti dice no a Bonaventura, al 40' salvataggio sulla linea di Cavanda) precedono un vantaggio che sembra ormai nell'aria. A firmarlo è Cigarini (41') con una botta dai 20 metri che s'infila nell'angolino, ma con Marchetti che appare in leggero ritardo. Una dormita di Lucchini e Del Grosso in avvio ripresa (53') viene punita dall'interessante colombiano Perea, che servito da Lulic impallina Consigli d'astuzia. La partita sembra mutare copione, la Lazio diventa più intraprendente e si fa minacciosa con due conclusioni di un Hernanes fino allora deludente. Al 79' Petkovic prova a vincere e ad estrarre il coniglio dal cilindro: fuori proprio il 'Profeta', dentro il tedesco Klose. Il cambio non produce gli effetti sperati visto che a segnare, dopo appena cinque giri di lancette (84'), sono invece i nerazzurri. Assist al bacio di Cigarini per il 'tanque' Denis, che scatta sul filo del fuorigioco, si beve Marchetti in velocità e deposita in rete il 2-1 che 'spacca' il match. Ride Colantuono, mastica amaro Petkovic, sul cui futuro potrebbero addensarsi nube minacciose.

Delio Rossi stringe i bulloni della sua traballante panchina con il colpo al 'Picchi' (1-2), stadio in cui la Samp non vinceva da ben 46 anni. Per i blucerchiati si tratta del primo successo stagionale, ottenuto in pieno recupero contro un Livorno che il pari l'avrebbe forse meritato. Il fallo di Duncan su De Silvestri porta Eder dal dischetto: il brasiliano non sbaglia (19'). Veemente la reazione dei labronici: traversa di Greco (34'), poi volo di Da Costa su conclusione di Emeghara, la respinta è corta, Paulinho da due passi non trova la porta. Al 58' occasione colossale per Eder, che si presenta tutto solo davanti a Bardi ma spedisce incredibilmente fuori. Il meglio però sta in coda, anzi, nel recupero. Minuto 92: Siligardi impatta con un tiro dal limite. Minuto 92: Luci mette giù Regini, Pozzi dal dischetto firma il blitz doriano. La Samp respira, il Livorno resta ancora sopra la zona 'calda'.

Doppio Gila, buona la prima di Gasperini di ritorno a Marassi: il Genoa piega 2-1 il Chievo, zavorrato in penultima posizione e con Sannino non più così saldo sul ponte di comando. Pochi brividi e grande equilibrio nei primi 45', a parte l'imperiosa capocciata di Gilardino (su cross di Marchese) che non dà scampo a Puggioni (22'). Ripresa. Pronti, via e i gialloblù pareggiano con Bentivoglio, servito da Paloschi e spietato nel 'chiudere' in rete un perfetto contropiede (47'). Dura però solo tre giri di lancette il pari clivense: sfortunato stavolta Bentivoglio, che nel tentativo di spazzare colpisce in pieno volto Gilardino. Pallone clamorosamente in rete con l'attaccante che non riesce nemmeno ad esultare per il dolore della pallonata. Restano due grandi interventi salva-risultato di Perin su Pellissier (64' e 67') e una traversa genoana con Lodi (86').

Storico Sassuolo: conquista il primo successo in serie A e abbandona l'ultimo posto in classifica a spese proprio del Bologna (quinto ko su otto gare), adesso malinconicamente ultimo. Compleanno amarissimo per Pioli, che festeggiava nel derby emiliano i suoi 48 anni. Neroverdi in vantaggio alla prima sortita offensiva: fa tutto Berardi, che salta come un birillo Natali, viene atterrato in area da Mantovani e trasforma senza incertezze il conseguente rigore (12'). A ruota il raddoppio di Floro Flores (20') con un bel rasoterra che trova anche la deviazione di Krhin. Sotto il diluvio, i felsinei riducono le distanze: Rossini trattiene Natali, per Damato è rigore, sotto l'incrocio l'esecuzione di Diamanti. Nel finale di tempo, Bologna vicinissimo al pari con Cristaldo e ancora Diamanti. Gli ospiti 'vedono' il 2-2 anche nella ripresa: ci prova Kone ma soprattutto Cech, il cui tiro è miracolosamente respinto sulla linea da Antei. In mezzo, l'unica chance del Sassuolo con Floro Flores che però dal limite conclude troppo centralmente. Tre punti d'oro comunque per la squadra di Di Francesco, che rompe finalmente il digiuno.

Nel posticipo, all’Olimpico di Torino si presenta l’Inter fresca del cambio di proprietà. Ne vien fuori un esplosivo 3-3 con altalena nel punteggio e nerazzurri in dieci dal 5’. L’avvio è di marca granata. Cerci prima coglie il palo (2’), poi si presenta a tu per tu con Handanovic che è in ritardo sul pallone: rigore e rosso diretto. Entra Carrizo e, a freddo, neutralizza il penalty calciato dalla stesso n.11 torinista. L’Inter si affaccia con Taider, che manca la deviazione sottomisura. Quindi è Farnerud a sbloccare il punteggio su un assist di Cerci non intercettato da Rolando (21’). Il torino fa l’errore di accontentarsi e viene punito nel recupero, quando, su azione d’angolo, Padelli sbaglia l’uscita e Guarin pareggia con una spettacolare rovesciata a porta vuota. Nella ripresa Ventura inserisce Immobile e la punta in pochi minuti prima grazia Carrizo, poi (53’) fa centro al termine di una prolungata iniziativa di Cerci. Neanche il tempo di festeggiare che c’è il nuovo pareggio nerazzurro: al 55’ ancora un errore in uscita di Padelli consente a Palacio di infilare a porta sguarnita. L’Inter blocca bene la sua trequarti e sfrutta le ripartenze. Al 71’ grande fuga di Belfodil sulla fascia destra, tocco dal fondo e Palacio anticipa tutti siglando il vantaggio. L’assalto del Torino non è né veemente né ordinato. Ma il pareggio arriva lo stesso, proprio al 90’, per merito di una magia di Bellomo su punizione da posizione molto defilata sulla sinistra. Un’autentica prodezza balistica che sancisce la divisione della posta. Ottima la prova dei nerazzurri, capaci di reggere bene la sfida con un uomo in meno. Torino spesso impreciso.

Salta intanto la seconda panchina di serie A, quella del deludente Catania di questo avvio di stagione (è terz'ultimo). Fatale a Rolando Maran la sconfitta di Cagliari, la quinta in otto gare: al suo posto, il club etneo ha scelto Gigi De Canio.