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Festival di Venezia

Diario della Mostra del Cinema

 

Arrivata alla metà del Cammino la Mostra del Cinema di Venezia. Film in concorso, consenso unanime sulla qualità creativa, paradossale e anticonformista di  Poor Things di Yorgos Lanthimos, si fanno notare El Conde in cui il cileno Pablo Larraìn immagina un generale Pinochet vampiro insaziabile, Maestro con Bradley Cooper attore e regista in un bio dedicata a Leonard Bernstein tra pubblico e privato, Carey Mulligan la moglie, Dogman del visionario-noir Luc Besson. Fra gli italiani, dopo l’apertura con il sottomarino solidate di Comandante di Edoardo De Angelis,  Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, la notte onirica negli anni Cinquanta di una ragazza qualunque, la Mimosa di Rebecca Antonaci, e ancora un’incursione nella prediletta Suburra romana da parte di Stefano Sollima con Adagio (con Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Adriano Giannini e Toni Servillo). Polemiche sull’interpretazione di Enzo Ferrari nel film omonimo di Michael Mann da parte di un attore americano (Adam Driver). Solido thriller The Killer di David Fincher con Michael Fassbender. Ambiziosi, con sfasature e salti narrativo-temporali, Die Theory von Allem di Timm Kröger e La Bête di Bertrand Bonello.

 

A cura di Guido Barlozzetti