di Nello Rega
“Veder nascere il centro è stato uno dei fattori fondamentali che mi hanno fatto appassionare al progetto, un’esperienza nuova per tutti, non solo per me, ma anche per le donne che nel centro hanno trovato un lavoro e per i partner locali”.
Il sorriso di Cristina Daniele, 29 anni di Cuneo, non cela la commozione per quello che ha visto realizzare negli anni ma anche per un riconoscimento che premia l’impegno contro la povertà e la totale dedizione alla sua “causa”. Cristina Daniele ha vinto, infatti, il Premio del Volontariato Internazionale (quest’anno alla XV edizione) dei Volontari nel mondo (della Ong italiana Focsiv) per il lavoro costante a favore delle popolazioni del Sud del mondo.
Il progetto che ha “incoronato” Cristina è in Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri del mondo e immerso nel continente africano. “Proteggere l’ambiente…valorizzando i rifiuti” (avviato dalla Ong italiana LVIA) è attivo a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso con il contributo della Città di Torino, Regione Piemonte e un finanziamento della Banca Mondiale. L’idea è stata quella di valorizzare un enorme “capitale” a cielo aperto e dare lavoro. E così, la Ong LVIA ha formato dal punto di vista tecnico e gestionale 30 donne, oggi addette al centro di valorizzazione dei rifiuti plastici.
La struttura paga l’equivalente di 0,04 euro al chilo i rifiuti che la popolazione raccoglie nelle strade. Una volta arrivati nel mega convertitore, la plastica diventa una fonte di reddito per i più poveri. Le 30 donne impegnate nel Centro, infatti, puliscono e trasformano i rifiuti in granulato, che poi viene venduto a imprese locali che lo trasformano a loro volta in sedie, tubature, oggetti finiti in plastica. Da 2 anni il granulato consente di produrre anche kit scolastici: righelli, squadrette, goniometri, venduti sul mercato lavoro.
E’ un circolo virtuoso e in grado di auto-sostenersi, nel quale la raccolta diventa impegno ecologico e fonte di reddito per i raccoglitori, la lavorazione e il riciclaggio dei rifiuti rappresenta lavoro stabile per le 30 lavotrici e uno strumento per dinamizzare l’economia. A prima vista sembrerebbe “l’uovo di Colombo”, eppure il progetto non ha molti casi analoghi in Paesi poveri e “fratelli ricchi del pianeta”. Ogni mese il centro di Ouagadougou ricicla 4 tonnellate di rifiuti di plastica. Un simbolo ecologico in un Paese che, come altri contesti africani, sta vivendo una crescente urbanizzazione. Fuggendo dalla povertà dei villaggi rurali, centinaia di migliaia di giovani e famiglie intere si stanno riversando nella capitale alla ricerca di stabilità economica e il “sogno di un futuro migliore”.
L’esplosione del fenomeno va al di là del controllo delle amministrazioni che, con i pochi mezzi economici a disposizione non riescono a fornire al territorio i servizi di base. E la gestione dei rifiuti solidi urbani, piaga dei Paesi più evoluti, è diventato in Burkina Faso un problema che non può più attendere. “Il mio lavoro qui è costruito su un rapporto quotidiano con le persone che mi hanno insegnato a vivere la vita in modo diverso, nel rispetto degli altri, dell’ambiente e della società che ti ospita. Imparando a dare il giusto peso alle cose è più facile aver chiaro quali siano quelle che contano davvero”. Cristina Daniele, che nel suo curriculum di impegno civile e volontariato, ha il Mozambico (dove ha lavorato per il progetto della discarica di Maputo) e il Senegal. Ma il suo sorriso e il suo impegno sono oggi tutti concentrati in Burkina Faso e nei risultati futuri.