di Mario Papetti
Sarà un Natale all’insegna dell’austerity. Soprattutto per quanto riguarda la tavola. La pesante crisi economica farà infatti sentire i suoi effetti sui consumi alimentari che, nelle feste di fine anno, dovrebbero scendere tra il 4 e 5% rispetto al 2007.
E’ quanto emerge da una indagine della Confederazione italiana agricoltori (Cia) su un campione rappresentativo delle famiglie su tutto il territorio nazionale. Addio, quindi, acquisti folli e voluttuari. Salmone, ostriche e champagne sono solo un ricordo.
Ma sulla tavola arrivano con il contagocce anche frutta esotica e champagne. Meglio il nostro prosecco, decisamente più alla portata di tutti o quasi. Complessivamente per festeggiare le festività legate al Natale spenderemo qualcosa come 6 miliardi di euro.
Sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una difficile congiuntura e, in particolare, per i prezzi in continua crescita (compresi quelli per i prodotti di prima necessità come pasta, pane e latte) gli italiani tireranno dunque la cinta.
Si consumerà nella tradizione e soprattutto made in Italy, ovviamente con grande oculatezza per la spesa.
Ma vediamo nel dettaglio le previsioni per i singoli prodotti. Tra le carni e gli insaccati, i cui acquisti dovrebbero avere una flessione dell’1,8% , troviamo nella graduatoria delle preferenze, polli, tacchini, cotechini e zamponi. Prodotti che come già accaduto nel 2006 e nel 2007, toglieranno spazio ad ostriche, caviale, salmone e dovrebbero fare registrare una flessione di oltre il 30%.
In calo anche la carne bovina (-1,5%) e di maiale (-2,3%). Anche per i formaggi si prevede un Natale “freddo” sotto il profilo dei consumi. Gli acquisti dovrebbero restare sui livelli del 2007 quando la domanda ebbe una flessione del 3,2%.
In forte calo anche il mercato dei dolci (-2,3%), più spazio invece per i prodotti casalinghi. Altra nota stonata arriva dai prodotti dell’ortofrutta che dovrebbero registrare anche quest’anno una flessione del 4-5% rispetto all’anno scorso. In sostanza gli italiani spenderanno per frutta fresca, secca, ortaggi, legumi e patate circa 980 milioni di euro; per vino e spumante 1.060 milioni; olio di oliva e altri condimenti 240 milioni; formaggi, insaccati, salumi (compresi tipici, Dop e Igp) e uova 1190 milioni; carni (bovine, ovine, suine, avicole) e pesce 1330 milioni; pane, pasta e riso 520 milioni; dolci (compresi quelli tradizionali) 590 milioni; altri 20 milioni.