La morte prematura di Steve Jobs, scomparso a soli 56 anni, giunge in un momento cruciale nella storia dell'industria digitale. Apple ha in cassa 76 miliardi di dollari, ma si trova ad affrontare sfide su un fronte di 360 gradi. Google vuole vincere la guerra contro l'iPhone attraverso il suo sistema Android. Netflix intende superare iTunes nella vendita e distribuzione di contenuti on line. Facebook aspira a diventare la principale finestra su Internet, controllando tutto il controllabile. Infine, anche Amazon ha lanciato la sua sfida sul campo di battaglia dei tablet.
Apple si trova ora ad affrontare tutto questo senza la guida di Jobs, che ad agosto annuncio' il ritiro dalle attivita' operative dell'azienda, ma sotto il comando di un signore del sud, dalla parlata gentile, di nome Tim Cook, che questa settimana si e' trovato a presentare il nuovo iPhone, ricevendo un'accoglienza tiepida e, in alcuni casi, aspre critiche.
Cook darà sicuramente battaglia a Google e agli altri sfidanti facendo leva sull'eredita' di Jobs e contrastando ogni mossa della concorrenza nell'arena di Wall Street, attraverso il fuoco di sbarramento degli Apple Store e tentando di continuare a conquistare i cuori e le menti degli acquirenti di tecnologia di tutto il mondo. Perche' non c'e' dubbio che, nella storia dell'industria americana, nessun altro dirigente ha visto il proprio nome indissolubilmente legato a quello di un'azienda come e' accaduto per il legame tra Jobs e la Apple.
"Il mondo raramente ha conosciuto qualcuno capace di avere un impatto profondo come quello di Steve, il cui effetto si sentirà ancora per generazioni", ha scritto sul suo blog l'eterno rivale Bill Gates, il fondatore di Microsoft, alla notizia della scomparsa di Jobs. Anche la nuova generazione di giganti dell'era digitale ha reso omaggio al "grande visionario" della Apple. Come Mark Zuckerberg, che sul proprio profilo Facebook, di fronte alla platea di 750 milioni di utenti del social network da lui creato, ha scritto: "Steve, grazie per essere stato un mentore e un amico. Grazie per avere mostrato che cio' che costruiamo puo' cambiare il mondo. Mi mancherai".
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un comunicato ha definito Jobs, chiamandolo familiarmente "Steve", "uno dei più grandi innovatori americani, coraggioso abbastanza da pensare in modo diverso, audace abbastanza da credere di poter cambiare il mondo e con il talento sufficiente per farlo". E il co-fondatore di Google, Larry Page, sul proprio account Google Plus ha scritto: "Sono molto molto triste per la notizia della morte di Steve... fu molto gentile a contattarmi quando assunsi la guida di Google e a trascorre del tempo con me offrendomi i suoi consigli e la sua conoscenza sebbene non stesse affatto bene. I miei pensieri e quelli di Google vanno alla famiglia di Steve e a tutta la famiglia Apple".
Ora, con la prematura uscita di scena di Jobs, le pressioni su Cook saranno incessanti. Gia' negli ambienti dell'industria digitale, questa settimana, si vociferava che il nuovo iPhone non avrebbe ricevuto un'accoglienza cosi' tiepida se sul palco, invece di Cook, ci fosse stato Jobs. Per essere onesti, andrebbe detto che la Apple prepara i propri progetti con anni di anticipo e che probabilmente Jobs era coinvolto in questo annuncio, cosi' come in altri che vi saranno in futuro. Eppure, non e' difficile immaginare che ancora potremmo trovarci ad ascoltare questo ritornello: "E' andata cosi' perche' Steve non c'e' piu'...".
La' dove Jobs era un visionario che poteva descrivere con toni quasi religiosi le caratteristiche di un nuovo mouse, Cook è un maestro dell'operatività', che ha fatto in modo che la Apple sbaragliasse i concorrenti ottenendo i prezzi migliori per i componenti dei suoi dispositivi. Nessuno, quindi, si aspetta che a breve il nuovo numero uno della Apple vada su un palco a magnificare il futuro dell'industria digitale.
I difensori delle ragioni della Casa di Cupertino sosterranno che Cook ha attorno a sé un team di dirigenti di grande talento, il che e' vero. Basti solo pensare al vicepresidente al design industriale Jonathan Ive. Ma l'azienda, recentemente, ha perso altri dirigenti di valore, che hanno preferito altre strade professionali e resta da vedere se senza Jobs la Apple sara' in grado di attrarre come in passato executive di talento. Jobs stesso sembrava essere consapevole di quale vuoto avrebbe lasciato. Recentemente si e' scritto che aveva messo in piedi una sorta di mini-universita' all'interno dell'azienda per insegnare ai nuovi venuti il modo di pensare e di prendere decisioni della Apple. Ma il modo in cui la Apple pensa e prende decisioni e' in realta' il modo in cui Jobs pensava e prendeva decisioni. Si puo' insegnare tutto questo?
Il nuovo iPhone 4S sarà in vendita a partire dal 14 ottobre. Come prevedibile, la gente si accamperà fuori dai negozi con giorni di anticipo per accaparrarsene uno. Le code di acquirenti si estenderanno per centinaia di metri nei centri commerciali di tutto il mondo. Ma per una Apple senza Jobs, la domanda è: "In futuro, ci saranno le stesse code per l'iPhone 5?".