“Inflazione, sopravvalutazione e il conseguente calo dell’export, l’aumento della spesa pubblica sono problemi comuni a molti Paesi latinoamericani”, sottolinea il presidente della Banca interamericana di Sviluppo (BID), Luis Alberto Moreno. “Una crescita stabile e lo sradicamento della povertà estrema, che oggi colpisce una persona su 8, sono gli obiettivi di un continente in cui il reddito pro capite è comunque quadruplicato dal 1990, il tasso di mortalità infantile è dimezzato e l’accesso ai servizi di base è aumentato in maniera esponenziale. L’espansione della classe media latinoamericana è il vero motore della crescita, così come le piccole e medie imprese, il cui sviluppo è stato ampiamente favorito dalla BID”.
“Sono mutati anche i rapporti commerciali: gli Usa, che erano la destinazione del 60% delle merci, sono scesi oggi al 40%, a tutto vantaggio dell’Asia. Il progresso non è uniforme, si cresce due velocità: il Sud del continente si rafforza a livello macroeconomico, mentre i Caraibi, dove si importa molto di più, hanno un recupero più lento. Le attività economiche nel loro complesso continuano comunque a crescere, nel 2012 il PIL dovrebbe crescere del 4%; l’indebitamento pubblico è abbastanza contenuto e le riserve sono cospicue; le aspettative macroeconomiche sono dunque molto positive. Il rischio è che però la gestione dell’emergenza a breve termine limiti le risorse destinate al lungo termine. Il continente ha bisogno di grandi opere: porti, strade, ferrovie, bisogna insomma colmare il divario tecnologico con l’Occidente”.
La vulnerabilità del sistema latinoamericano, osserva il responsabile del servizio Studi e Relazioni internazionali della Banca d’Italia, Giorgio Gomel, risiede nel fatto che, “essendo in buona parte esportatrici di materie prime, le economie locali sono esposte agli shock esterni, quali un crollo dei prezzi o un aumento dei tassi di interesse. Gli accordi istituzionali risentono troppo dell’influenza della politica, e vanno sottoposti a un sufficiente vaglio tecnico. E’ importante garantire un buon grado di coordinamento macro-economico per impedire l’insorgere di squilibri, e adeguate modalità di coordinamento con le istituzioni finanziarie multilaterali”.
Nel processo di integrazione economica, rilevante è anche il ruolo delle regioni: Gian Mario Spacca, presidente della regione Marche, ha illustrato alcuni progetti che coinvolgono piccole e medie imprese marchigiane e brasiliane, soprattutto nei settori del legno e dell’arredamento. La collaborazione è sfociata in due centri di innovazione tecnologica negli Stati di Parà e Amazonas, aree tradizionalmente tagliate fuori dal circuito produttivo brasiliano, e ha consentito un rafforzamento internazionale delle aziende dell’eccellenza artigianale marchigiana.
(R. F.)