Lo sviluppo economico non può prescindere dal concetto di sicurezza democratica, che si rifà allo Stato di diritto e alla stabilità geopolitica. In questo momento storico, il Nord del continente latinoamericano è impegnato nella lotta contro forme, vecchie e nuove, di criminalità organizzata. Anche in questo ambito, l’Italia può fornire un suo contributo. “L’avanzata della criminalità organizzata transnazionale in America Latina è un problema globale”, nota Rosario Aitala, consigliere giuridico della Farnesina per le Aree di crisi e la Criminalità internazionale. “Quando le mafie cominciano a minacciare il lavoro, la coesione sociale, a distorcere la concorrenza e infiltrare le istituzioni, l’insicurezza si propaga al resto del mondo. Nessuno può dunque illudersi di poter fare da solo”.
L’Italia è impegnata nella formazione dei quadri dirigenti, degli organi repressivi e investigativi centro americani, in programmi bilaterali contro criminalità organizzata e prevenzione del riciclaggio, e in un programma di contrasto al traffico mondiale di cocaina, finanziato dall’Ue, con basi a Bogotà, Lima e Buenos Aires.
“Le politiche antimafia – prosegue Aitala - non si possono limitare a una risposta militare. Servono strategie e filosofie antimafia più complesse, che vogliamo trasmettere agli amici centroamericani. Le leggi e i codici penali devono tenere conto che le mafie non sono criminalità ordinaria. La sinergia tra polizia e magistratura, unita a una volontà politica di cooperazione tra Paesi vicini, determina risultati migliori. Infine, rifacendoci a quanto diceva il giudice Falcone, occorre rintracciare e stroncare il flusso dei capitali illeciti, non solo per privare le mafie di risorse ma anche per prevenire l’inquinamento del sistema economico lecito con proventi illeciti”.
“Le questioni di sicurezza sono troppo grandi e intrecciate da pensare che possano essere risolte da un solo Paese”, conferma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. “Serve la massima cooperazione a tutti i livelli: bilaterale, regionale, multilaterale. L’Italia da anni cerca di contrastare i patrimoni illecitamente acquisiti, ovunque si trovino, per restituirli alla collettività. Questo è il modo migliore per colpire al cuore la criminalità. Armonizzare i diritti nazionali e gli strumenti di contrasto è un obiettivo strategico su cui l’Italia mostra da tempo un serio impegno. Nella lotta al narcotraffico, i dispositivi tra Italia e Stati latinoamericani esistono già: è necessario rafforzarli”.
(R. F.)