I candidati quest’anno erano 241, tra cui 53 organizzazioni. Tra questi, Julian Assange, fondatore di Wikileaks “per il ruolo svolto dall'organizzazione in difesa della libertà di stampa, squarciando il velo che nascondeva corruzione, crimini di guerre e torture”.
Tra le nomination anche gli scienziati che hanno dato vita a Internet: gli americani Lawrence Roberts e Vinton Cerf e il britannico sir Tim Berners-Lee. La loro invenzione ha permesso anche la nascita di Twitter e Facebook, i social network che hanno giocato un ruolo di primo piano nelle rivolte arabe. Tra gli altri candidati: il social network numero uno in America: Twitter, il sito che come nessun altro ha fatto parlare di sé negli ultimi anni per il suo contributo alle battaglie per la società civile. Tra i nominati anche Mark Zuckerberg e Facebook.
Dal 1901, quando fu assegnato il primo Nobel, solo 12 donne avevano ottenuto il prestigioso premio. Due donne blogger della Primavera araba erano in pole position per il premio Nobel per la Pace: l'egiziana Esraa Abdel Fattah, co-fondatrice del Movimento 6 aprile, protagonista nelle 18 'gloriose' giornate di piazza Tahrir, e la tunisina Lina Ben Mhenni, che con il suo blog 'A Tunisian girl' ha sfidato il regime di Ben Ali dando voce alla Rivoluzione dei gelsomini. Molte le donne tra i favoriti: anche Sima Samar, l'attivista afgana che si batte per i diritti delle donne nel Paese ed è a capo della Indipendent Human Rights Commission. E tra i candidati le donne africane “perché l’Africa si muove con i piedi delle donne”.
Si parlava anche di Aung San Suu Kyi, anche se il premio Nobel per la pace non è stato mai assegnato per due volte alla stessa persona. Molti avevano puntato su Wael Ghonim, promotore della rivoluzione egiziana del 2011. Atra donna in lizza: la russa Svetlana Gannushkina, attivista nella tutela dei diritti umani e insignita della Legione d'Onore nel giugno scorso, e membro di Memorial, l'unica associazione ‘human rights’ presente nel suo Paese.
Era in corsa anche il cubano Osvaldo Payà Sardinas, promotore del ProgettoVarela, che si ispira alle opere dell'omonimo sacerdote cattolico Felix Varela di difesa delle libertà cubane, che propone riforme istituzionali sull’isola caraibica.
Tra le associazioni: L'Unione Europea, la World Academy of Arts, Literature and Media e la Military Religious Freedom Foundation.
Nessun italiano rientrava tra i possibili vincitori chiamati in causa degli allibratori.
(McdM)