Patto segreto Berlino-Parigi?


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Piano Fmi da 600 mld per Italia

Obiettivo: dare al Governo Monti 12-18 mesi di tempo per fare le necessarie riforme m

Un piano del Fondo Monetario Internazionale da 600 miliardi per l'Italia. E' questo il retroscena svelato da La Stampa: un vasto programma di aiuti finanziari che "potrebbe avere un valore compreso fra 400 e 600 miliardi di euro al fine di dare al Governo Monti 12-18 mesi di tempo per fare le necessarie riforme". Con tassi "fra il 4-5%", cioé "condizioni assai migliori rispetto ai mercati", dove si viaggia sopra il 7% da tempo. Secondo il quotidiano "vi sarebbe stata almeno una conversazione telefonica tra Monti e il direttore del fondo, Christine Lagarde, per dar seguito a quanto deciso a Cannes", quando erano state decise le ispezioni del Fmi a Roma.

In ore disperate per l'euro, l'asso nella manica di Berlino e Parigi e' una trattativa segreta su modifiche lampo del patto di stabilita' dell'eurozona. Stando alle indiscrezioni della Bild, le nuove regole sui bilanci dei paesi della moneta unica dovrebbero essere pronte entro gennaio e potrebbero disegnare il nuovo patto di stabilita' come un trattato fra stati nazionali, sulla scia della versione iniziale di Shengen. L'obiettivo sarebbe quello di velocizzare il processo di adesione e ridurre la resistenza degli stati membri scettici, con il rischio pero' di spezzare in due l'Europa. Il tabloid parla di ''trattative segrete'' fra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Nikolas Sarkozy.

E il governo tedesco, chiamato a chiarire, conferma ''colloqui intensi'' con la Francia, per presentare entro l'8 dicembre, al Consiglio europeo, proposte comuni. L'accelerazione avviene nelle stesse ore in cui si organizza un vertice a Washinghton, lunedi' prossimo: il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy incontreranno Timothy Geithner e Barack Obama, per discutere della crisi dell'eurozona, con il presidente degli Usa che vuole aumentare la pressione, perche' preoccupato dei contraccolpi che la crisi della moneta unica europea puo' avere sulla ripresa dell'economia americana.

Dopo una settimana che ha tenuto altissima la tensione in Europa, con i tassi di interesse dei titoli italiani a due anni che hanno toccato al soglia del 7,6% (citati da Bild come la principale preoccupazione del momento) le indiscrezioni su questo scatto a sorpresa non vengono smentite in un comunicato ufficiale del governo tedesco. ''Il governo tedesco e' convinto che una modifica del trattato sia necessaria, per rafforzare in modo sostenibile le fondamenta dell'unione economica e monetaria, e per riportare fiducia e dare nuova stabilità all'unione'', risponde un portavoce. ''Per questo approccio si spende il governo tedesco con tutti partner. E al momento ci sono colloqui intensi naturalmente con la Francia. Germania e Francia vogliono insieme portare comuni rappresentazioni nel contesto del Consiglio europeo di dicembre'', sottolinea Berlino. Non si ferma, intanto, in Germania, l'acceso dibattito sugli eurobond e sul ruolo della Bce.

In un'intervista alla Berliner Zeitung, Jens Weidmann, esponente del consiglio direttivo della Bce, ha ribadito che la socializzazione del debito, effetto intrinseco di titoli del debito comuni, puo' essere immaginata solo ''alla fine del processo di integrazione politica che si sta delineando''. In materia anche il vicecancelliere Philippe Roesler ha ribadito la sua contrarieta'. E c'e' stata una presa di posizione radicale del ministro degli Esteri liberale Guido Westerwelle: ''Finche' i liberali saranno al governo non ci saranno gli eurobond''. Sull'indipendenza della Bce ha lanciato un nuovo allarme il 'dissidente' Juergen Stark, che alla Faz ha detto: ''La pressione politica sulla Banca centrale europea e' enorme. Sara' certamente utilizzata per l'abbattimento del debito''.