Atlante delle crisi


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'Restituire un po' di infanzia'

A colloquio con il direttore dei programmi Unicef per l'Italia, Donata Lodi jenin_296

"Portare aiuti in insediamenti così frammentati, l'approvvigionamento anche dei generi di intervento immediato, la mancanza di acqua e di energia,i limiti allo spostamento anche dei nostri ope- ratori, sono le principali difficoltà che incontriamo nei Territori". Lo dice a Televideo il direttore dei programmi Unicef per l'Italia, Donata Lodi.

"Peggiorano rendimento scolastico e situazione psicologica dei piccoli palestinesi che subiscono la paura costante di scontri armati, il blocco dei movimenti, l'assistere continuo a episodi di violenza, la mancanza di spazi di gioco".

Come si può favorire nei bambini palestinesi lo sviluppo di valori alternativi a quelli di vendetta e martirio indotti dal conflitto?
"Bisogna far uscire le nuove generazioni da questa cultura fatta tutta di mancanza di speranza, in cui è quasi inevitabile che precipitino verso situazioni di estremizzazione, bisogna creare i presupposti perchè i bambini ricomincino a sorridere". "Restituire loro un pochino di infanzia è la strada maestra", far emergere i problemi che i bimbi hanno, farglieli condividere, giocare insieme, è un passo importante". "Certo non si può par- lare ancora di educazione alla pace a causa della forte pressione dell'am- biente esterno, ma di sicuro si può co- minciare a parlare di educazione alla risoluzione dei conflitti".

Gli spazi di gioco non ci sono né a Gaza "che è una situazione estrema, paragonabile a una prigione sovraffollata", né nel resto dei Territori palestinesi. "A Jenin non c'è lo spazio fisico per un campo di calcio". "L'Unicef ha creato nell'ultimo anno una serie di campi di gioco su richiesta della popolazione, come vicino a Hebron in un'area dismessa dagli israeliani, perché i bimbi possano pensare a qual- cosa di diverso dal gioco della guerra".

Quali risultati ha ottenuto l'Unicef nei Territori palestinesi con l'opera di sensibilizzazione e richiamo delle parti in conflitto?
"Dei risultati ci sono: dall'ottenimento di una riforma dei programmi educativi al grande lavoro sui media locali, ai lavori più banali,invisibili, ma che sono importantissimi, come l'assistenza agli impianti fognari di Gaza", sottolinea Donata Lodi, direttore dei programmi Unicef per l'Italia. "Il fatto che la situazione sanitaria non sia degenerata negli ultimi 3 anni, nonostante il blocco,è un risultato importante, siamo riusciti a prevenire un aumento drastico della mortalità infantile". "Il lavoro che facciamo resta purtroppo un lavoro-tampone fino a quando non cambieranno le prospettive generali dei due Paesi". 

"Creare le condizioni di partecipazione dei ragazzi, ridare loro strumenti per riprendere in mano la propria vita e imparare a prendere le distanze dalla guerra degli adulti, è il lavoro fondamentale che stiamo facendo". "Il potere contrattuale dell'Onu è li- mitato. In teoria sul rispetto dei diritti dei bambini le parti sono d'accordo ma in pratica questi vengono vio- lati continuamente". "Stiamo usando tut- ti gli strumenti di pressione: abbiamo anche un comitato che opera in Israele e ci sono organizzazioni palestinesi e israeliane che lavorano insieme per far crescere la cultura del rispetto dei diritti dei bambini".

B. B.

Nella foto: Il parco giochi, realizzato con i fondi dell’UNICEF e il lavoro della comunità locale di Jalameh - Immagine tratta dal sito Unicef - www.unicef.it

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