di Monica Moretti
La crisi economica sta fermando i flussi migratori verso l’Italia, mentre gli stranieri presenti nel nostro Paese sono sempre più radicati sul territorio. E’ quanto emerge dal rapporto Ismu 2011 sulle migrazioni. Secondo la fondazione Iniziative studi sulla multietnicità, che da 17 anni fotografa la situazione degli immigrati in Italia, in un anno (dal primo gennaio 2010 al 1° gennaio 2011) si sono contate solamente 70mila nuove presenze, contro le 500mila dell’anno precedente, con un calo dell’86%. “E’ la prima volta – si legge nel rapporto – che negli ultimi 8 anni si registra un aumento dei flussi così basso”.
Su 5,4 milioni stranieri presenti in Italia al 1° gennaio 2011 (tra i più numerosi rumeni, marocchini e albanesi), 4 milioni e 570 risultavano residenti (+335mila), 443mila irregolari (11mila in meno rispetto al 2010).
A denotare un maggiore radicamento, l’aumento delle famiglie straniere, cresciute dal ’91 al 2009, di tredici volte, e di quelle miste. E l’acquisto di una casa di proprietà . Secondo gli ultimi dati disponibili, il 15,1% delle famiglie straniere e il 50% di quelle miste ha acquistato un’abitazione. Inoltre la mobilità sul territorio degli stranieri è in diminuzione, anche se rimane doppia rispetto a quella degli italiani, con gli alunni stranieri raggiungono ormai il 7,9% della popolazione studentesca.
Il maggiore radicamento si accompagna anche a una maggiore presenza di lavoratori stranieri. Mentre infatti, l’occupazione italiana non regge alla crisi, quella straniera sì. Tra il 1° trimestre 2010 e il 1° trimestre 2011 i lavoratori stranieri sono aumentati del 275.895 unità (+14%), quelli italiani sono calati di 160mila unità. “Le performance occupazionali degli immigrati stranieri in Italia appaiono a dir poco sorprendenti – scrive Laura Zanfini, ricercatrice Ismu -. L’impatto della più lunga crisi economica del dopoguerra sui livelli dell’occupazione e della disoccupazione è stato di modesta entità se riferito alla sola componente straniera”, che oggi rappresenta il 10% degli occupati totali e contribuisce a formare il 12,1% del Pil. A giocare a favore dell’occupazione degli immigrati, spiega Zanfrini , ci sono, tra l’altro, “la debole esposizione al rischio scoraggiamento (più frequente tra gli italiani)” e “l’elevata occupabilità, che si traduce in un vantaggio competitivo”.
Nonostante questo la disoccupazione degli stranieri rimane alta (12,1%), più alta di quella italiana (8,2%) e tre famiglie straniere su otto vivono in condizioni di difficoltà materiale.
Il rapporto Eurobarometro 2011, ricorda Ismu, evidenzia come l’immigrazione sia percepita dal degli italiani (24% degli intervistati) come il principale problema da affrontare su scala nazionale (+11% rispetto al 2009). Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, i denunciati stranieri corrispondono in effetti a circa un terzo di quelli totali, anche se la loro incidenza è in diminuzione rispetto al passato, così come la presenza dei detenuti immigrati. In aumento, invece gli sbarchi di immigrati sulle coste italiane: 51.881 nei primi sette mesi dell’anno. “Un vero e proprio boom rispetto all’anno precedente”. “I trafficanti di migranti, infatti, approfittando della diminuzione della primavera araba, hanno intensificato le loro attività illecite”, un traffico che frutta ai cosiddetti “smugglers” più di 700 milioni di euro all’anno.