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di Nicola Iannello
C’è una squadra sola all’inseguimento dell’Inter e la sua maglia è bianconera. La Juventus batte il Milan nel posticipo che chiude la 16.ma giornata (record di gol: quarantuno). All’Olimpico di Torino la squadra di Ranieri si impone 4-2 sotto una pioggia battente. Bianconeri senza Camoranesi, con Sissoko, Marchisio, Marchionni e Nedved (la cui partita dura mezz’ora) sull’asse centrale, Del Piero e Amauri di punta. Ancelotti privo di Kakà, con Seedorf e Ronaldinho dietro Pato. Parte bene la Juve e dopo 16’ trova il gol: Kaladze atterra Del Piero appena entro l’area e lo stesso capitano bianconero trasforma il rigore. Il Milan reagisce e tesse la sua trama di passaggi. Ambrosini si divora un gol fatto, mandando fuori di testa da tre metri un calibrato cross di Seedorf. Kaladze vuol riscattarsi e si spinge in avanti, servendo in profondità Ronaldinho che centra per la scivolata vincente di Pato (32’). Ma il Milan non sa mantenere l’equilibrio. Dopo 2’, Chiellini incorna un corner a mezza altezza di Del Piero. Ancora di testa – e si sa quanto il Milan soffra queste giocate – il terzo gol bianconero, con Amauri (41’) che schiaccia un traversone da sinistra di De Ceglie, subentrato a Nedved.
Il Milan rientra in campo con Shevchenko per Emerson e sembra trovare il bandolo della matassa. Dopo neanche 10’, azione insistita, Seedorf in orizzontale per Ambrosini che scarica di destro dal limite e, complice una deviazione di Chiellini, beffa Manninger. Ma il sogno di riagguantare il risultato dura poco. Zambrotta, già ammonito, falcia De Ceglie prima dell’ingresso in area: rossoneri in dieci (66’). La Juve ne approfitta subito: uno-due Amauri-Sissoko e il brasiliano brucia Jankulovski e Abbiati (69’). Amauri raggiunge Ibrahimovic, autore anche lui di una doppietta, a quota dieci gol. Un minuto dopo, Del Piero colpisce il palo con una forte conclusione di sinistro. Ancelotti butta dentro Inzaghi per Pato ma il risultato non cambia. Vince una Juve muscolare ma dotata di spunti tecnici, si arrende un Milan apparso troppo lento.
L’Inter, ora a +6 sulla Juve e ancora a + 9 su Milan e Napoli, ringrazia Ibrahimovic, che con la sua doppietta nel finale regala i tre punti a Mourinho.
Col Chievo finisce 4-2. Lo scontro tra prima e ultima della classe stava regalando una sorpresa, dopo la doppia rimonta della squadra di Di Carlo. Al vantaggio di Maxwell e Stankovic, i clivensi hanno replicato con Pellissier e Bentivoglio.
L’Inter però ha la mentalità della grande squadra. Ma soprattutto ha Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese colpisce due volte: al 79’ insacca di testa un cross di Maicon, all’88’ gira di prima intenzione un traversone basso di Stankovic.
L’impresa di giornata è della Lazio, che al Friuli rimonta tre gol all’Udinese. I bianconeri sembravano aver ritrovato lo smalto dei momenti migliori, soprattutto in attacco: doppietta di Di Natale (sette i sigilli per lui), una rete di Quagliarella (sei centri complessivi). Ma sul 3-0 si è svegliata la Lazio. Di Zarate (ottava rete per l’argentino), Diakhite e Ledesma le reti della rimonta.
La Fiorentina doma il Catania con i suoi gioielli Mutu e Gilardino e preme a ridosso delle seconde. Il 2-0 del “Franchi” viene confezionato nella ripresa, con Gilardino che affianca in vetta alla classifica cannonieri, con dodici gol, Milito, oggi all’asciutto, e Di Vaio, autore di una tripletta nel 5-2 di sabato del Bologna al Torino.
Il Genoa pareggia in rimonta contro una buona Atalanta. Finisce 1-1, con gran gol di Floccari in apertura (otto le reti per lui). I rossoblù ci mettono settanta minuti per trovare il pari con Sculli, in superiorità numerica: dieci contro nove.
Il Palermo sfrutta al massimo il turno interno contro il Siena. Cassani (30’) e Simplicio (54’) firmano il 2-0 che fa riprendere quota alla classifica rosanero.
Vince in extremis la Roma in casa col Cagliari: 3-2. La stoccata decisiva di Mirko Vucinic al 90’, dopo che il pubblico giallorosso lo aveva beccato per tutto il secondo tempo.
Partita in altalena, con la formazione di Spalletti avanti con Totti (di sinistro il quinto gol in campionato del capitano), Cagliari in rimonta con Conti e Jeda, giallorossi definitivamente in vantaggio con Perrotta e Vucinic, appunto.
Prima vittoria esterna della Sampdoria al “Granillo”, contro una Reggina dalla classifica in deficit. Quando si sveglia Cassano lo 0-2 è servito: prima il fantasista costringe Cirillo al fallo da rigore, trasformato da Bellucci, poi mette Padalino solo davanti alla porta vuota per il raddoppio.