A lui è stato intitolato un cratere su Mercurio, il bambino pianista Schroeder del fumetto Peanuts aveva una passione smodata per lui, le sue composizioni sono state usate come colonna sonora in 270 film e la sua vita ha ispirato una trentina di pellicole.
Lui è Ludwig van Beethoven, compositore e pianista tedesco, nato a Bonn il 16 dicembre 1770. E’ stato l’ultimo grande rappresentante del classicismo viennese (dopo Gluck, Haydn e Mozart), preparò l'evoluzione verso il romanticismo musicale ed influenzò tutta la musica occidentale per larga parte del XIX secolo.
Personalità inclassificabile, la sua arte si espresse in tutti i generi, e benché la musica sinfonica fosse la fonte principale della sua popolarità universale, è nelle opere per pianoforte e nella musica da camera che il suo impatto fu più considerevole.
Superò le prove di una vita segnata dal dramma della sordità attraverso una ferrea volontà e nella sua musica celebrò il trionfo dell'eroismo e della gioia quando il destino gli prescriveva l'isolamento e la miseria.
Il 7 maggio 1824, a Vienna, Beethoven appare in pubblico per l'ultima volta, per l'audizione della sua celebre "Nona Sinfonia". Il pubblico prorompe in applausi fragorosi. Seduto accanto al direttore d'orchestra, le spalle rivolte al pubblico, materialmente inibito a sentire ciò che lui stesso ha partorito. Devono costringerlo a voltarsi perché possa constatare l'immenso successo riportato dalla sua opera.
Il 26 marzo 1827 cede ai mali che lo tormentano da tempo (gotta, reumatismi, cirrosi epatica), alza il pugno al cielo, come vuole una famosa immagine romantica, e muore di idropisia. Il suo funerale è fra i più colossali mai organizzati, l'intera città è attonita. In un angolo, fra le orazioni funebri di Grillparzer e di eminenti esponenti della politica e della cultura, una figura anonima e meditabonda, avendo eletto il genio di Bonn a suo nume tutelare, osserva la scena: è Franz Schubert. Raggiungerà il nume l'anno dopo, a soli 31 anni, pretendendo di esservi sepolto accanto.
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