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Un percorso giudiziario lungo e laborioso

Il Tipr ha base ad Arusha in Tanzania

Il Tpir, tribunale penale in ternazionale per il Ruanda, istituito dal Consiglio di sicurezza Onu nel 1994 e basato ad Arusha (Tanzania), ricalca in gran parte la struttura e il funzionamento di quello istituito all’Aia per l'ex Jugoslavia.

Dopo un lungo stallo dovuto alla scarsa collaborazione delle autorità ruandesi, i processi sono ripresi nel 2003 tra mille difficoltà e lungaggini.

A capo della Corte c’è oggi Hassan Bubacar Jallow, del Gambia, subentrato alla svizzera Carla del Ponte: quest’ultima è stata destituita per la scarsa cooperazione ottenuta dalle autorità di Kigali.

Il Tribunale si compone di tre Corti di prima istanza e una Corte d’Appello. I giudici, provenienti da tutto il mondo, sono scelti dall’Assemblea generale dell’Onu da una lista proposta dal Consiglio di sicurezza e rimangono in carica 4 anni. Alle Corti di prima istanza siedono tre giudici.

La Corte d’Appello, composta da 7 magistrati, è comune al Tpir e al Tpi per l’ex Jugoslavia. Il primo fatto di un certo rilievo fu, nel 2005, la condanna di Jean Kambanda, che guidò il governo interinale in Ruanda all’epoca del genocidio. Fu primo capo di governo processato al mondo per crimini contro l'umanità e oggi sconta la sua pena nel Mali.

Ha destato scalpore anche il rinvio a giudizio di un sacerdote, padre Athanase Seromba, condannato a 15 anni per aver raso al suolo una chiesa mentre all'interno si trovavano circa 2.000 fedeli.

Il Tribunale ha rinviato a giudizio un centinaio di persone, tra cui numerosi sindaci ed ex ministri. E’ possibile seguire l’attività del Tribunale su Internet, attraverso il sito www.ictr.org benché le carenze infrastrutturali del Paese rendano particolarmente difficile l’informazione proprio in Ruanda, dove maggiore è l’attenzione ai processi.

R. F.