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Hutu-Tutsi, l’eterna rivalità

Alla base delle tensioni il predominio della minoranza etnica ruanda_SOLDATO_296

Quello del 1994 è stato l'ultimo e il più grave di una lunga sequela di massacri che hanno segnato la recente storia del Ruanda e del vicino Burundi.

In entrambi i Paesi si è verificato il predominio politico dell'etnia minoritaria: i Tutsi (circa il 15% della popolazione) sugli Hutu (85%). I due popoli, ritenuti in passato un'etnia unica (Banyarwanda), erano convissuti più o meno in pace sotto l'amministrazione coloniale tedesca e belga.

I momenti più tragici del Ruanda coincidono con i massacri del 1963, 1965, 1973 e 1994. Gli anni neri del Burundi sono stati il 1965, 1972, 1988 e 1993. Durante l'amministrazione belga e dopo l'indipendenza, i Tutsi sottomettono gli Hutu, creando una forma di vassallaggio simile a quella dell'Europa medievale.

Gli anni precedenti l'indipendenza vedono acutizzarsi i conflitti tra le due etnie. Gli Hutu, maggioritari, si ribellano e, con l'appoggio del Belgio, conducono il Paese all'indipendenza. Negli anni seguenti, la rivalsa si perpetua con lo sterminio e le espulsioni di massa di cittadini Tutsi.

Al contrario, i Tutsi hanno sempre continuato a detenere il potere in Burundi, dove gli accordi di pace con i ribelli Hutu risalgono a un paio d’anni fa. La stessa guerra civile in corso nell’Est della Repubblica popolare del Congo è, in parte, riconducibile all’eterna rivalità tra le due popolazioni.

R. F.