E' CACCIA AL LATTE PER BEBE' IN FARMACIA - Le farmacie italiane reggono all'eccezionale ondata di maltempo che imperversa lungo la penisola dallo scorso venerdì: in alcuni aree del Centro Italia, dove le condizioni climatiche hanno creato maggiori problemi, si sostituiscono addirittura alla grande distribuzione, come dimostra la corsa ad accaparrarsi le scorte di latte per bambini che è avvenuta in questi giorni in molte zone dell'Abruzzo, del Molise ma anche dell'Emilia (soprattutto la Val Marecchia), della bassa Toscana e dell'alto Lazio. Più in generale, sono i servizi sanitari nel complesso, seppur con delle piccole eccezioni, a tenere il passo, se è vero che dallo scorso giovedì in tutta Italia sono stati realizzati 55 trapianti nonostante i gravi disagi causati dal maltempo. Nello scorso weekend "non c'é stato alcun acquisto eccessivo di farmaci - precisa Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar, il sindacato dei farmacisti rurali - mentre abbiamo assistito ad un boom inatteso di vendite per le nostre farmacie, direi eclatante, del latte per svezzare i bambini". Secondo Orlandi "c'é stato un vero e proprio assalto, e questo è dipeso dal fatto che in molte zone disagiate i centri commerciali hanno iniziato a chiudere venerdì pomeriggio. Per cui tutta quella fetta di popolazione che tradizionalmente il sabato si riversa in questi centri si è rivolta alle farmacie di zona, che sono sempre rimaste aperte e hanno continuato a garantire il servizio nonostante mille difficoltà". Certo, i problemi ci sono stati, e "solo oggi le scorte stanno cominciando a tornare", continua il presidente del Sunifar, ma per quanto riguarda i farmaci "la situazione è sotto controllo: posso dire che i medicinali non mancano e che non c'é un problema di approvvigionamento". Notizie positive arrivano anche dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt), che in questi giorni ha proseguito il proprio delicato lavoro riuscendo, nonostante le avversità atmosferiche, a 'portare a casa' ben 55 trapianti. La rete, ha riferito all'ANSA il direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa, ha funzionato regolarmente, facendo fronte anche a quattro emergenze con altrettanti pazienti. E "nessun organo donato è stato perso" a causa del maltempo, ha spiegato il direttore. Fra gli interventi realizzati c'é stato anche un trapianto di cuore portato con aereo da Roma a Pavia.
CLINICA ISOLATA, MEDICO AL LAVORO PER 100 ORE - "Sono riuscita a tornare poco fa a casa da giovedì sera. Sono rimasta bloccata in clinica dove, insieme a colleghi ed infermieri, abbiamo lavorato per oltre 100 ore, senza dormire mai. Adesso vorrei piangere, ma non ci riesco e non riesco nemmeno a dormire, non ricordo più come si fa". Questo il racconto di Nadia Valente, medico che per quattro giorni non ha lasciato la clinica in cui lavora, continuando ad assistere i pazienti, molti dei quali anche gravi. Medico dello sport all'Istituto Neurotraumatologico Italiano di Canistro (L'Aquila) - comune a 14 chilometri da Avezzano (L'Aquila) e a cinque dal paese isolato di Capistrello (L'Aquila) - Valente era ferma in clinica, insieme a decine di altri dipendenti, fin da giovedì sera, quando ha iniziato a nevicare. "La clinica ha continuato a lavorare bene - racconta la dottoressa - nonostante la stanchezza e la mancanza di viveri che sono potuti arrivare solamente questa mattina insieme alla cisterna di carburante. Ci siamo prodigati e tutto è andato bene per i nostri pazienti, ce l'abbiamo fatta. Per il mangiare abbiamo dovuto arrangiarci e, in molti casi, preparare cibo con quello che c'era". Il medico critica, però, il comportamento del sindaco di Capistrello, Antonio Lusi, che, contattato in piena emergenza, non ha risposto, mentre "un sindaco - sottolinea Valente - dovrebbe essere lì a predisporre un coordinamento e questo non é stato fatto. Non gliene è importato nulla dei propri cittadini".
ISOLATA,DA COMUNE ARRIVANO'SAMARITANI' - Storia di ordinaria solidarietà in un piccolo comune dell'Avellinese. Dove c'é la neve, dove ci sono alcune persone isolate. E dove ci sono dipendenti comunali che prendono la propria auto e vanno ad aiutare chi è in difficoltà. "Niente di che sorprendersi", dicono. Sarà. Certo, in un comune di poco più di 2600 residenti, come San Michele di Serino, è tutto più semplice. Ma che una signora chiami al centralino del Comune e che dieci minuti dopo arrivino un vigile ed un cantoniere che l'accompagnano al supermercato, in farmacia e che l'aiutano pure a sistemare la spesa in casa, non è poi così semplice. E neanche così tanto ordinario. Eppure è successo. "Stamattina mi sono sentita persa - racconta Concetta Finelli, 67 anni - sono giorni che qui nevica e io sono nella zona collinare, dove c'é oltre un metro di neve. I negozi più vicini sono ad oltre due chilometri, i miei figli sono anche loro bloccati in casa per la neve. Niente medicine, niente generi di prima necessità. Ho deciso di chiedere aiuto al Comune. Non ho avevo mai chiamato prima. Ho composto un normale numero del centralino e sono rimasta senza parole". Il suo restare senza parole è stato determinato da questo. "Mi hanno tranquillizzata e mi hanno detto 'ci pensiamo noi' - racconta ancora - dopo dieci minuti sono arrivati un vigile urbano e un dipendente comunale. E sa cosa è successo? Mi hanno accompagnato al supermercato, mi hanno aspettato per tutto il tempo, mi hanno aiutata con le buste. Poi mi hanno accompagnato in farmacia, mi hanno riaccompagnato a casa e mi hanno portato la spesa fino in casa. E poi mi hanno anche detto, 'ci chiami in qualsiasi momento'. Sono rimasta commossa, esterrefatta. L'Italia che funziona ancora esiste". E l'Italia che funziona a San Michele è racchiusa anche in un'altra immagine descritta dal sindaco, Lorenzo Renzulli: "I dipendenti comunali, i vigili, l'ufficio tecnico non si sono fermati mai senza chiedere straordinario, senza guardare l'orario. Abbiamo liberato le strade del centro storico, ognuno di noi si è messo a spalare la neve. Il minimo che può essere fatto deve essere fatto per i nostri cittadini". Luigi Tarantino fa il vigile a San Michele di Serino da oltre trent'anni. La macchina di servizio, stamattina era bloccata e così Lucio Girardi, cantoniere, ha deciso di prendere la sua. "Non abbiamo fatto nulla di straordinario - dice Luigi - direi che abbiamo fatto la cosa più normale di questo mondo. E non dipende dal fatto che siamo un piccolo comune, dove ci conosciamo tutti. Dipende, piuttosto, dal fatto che anche se ci sono emergenze, problemi, difficoltà, la prima cosa da fare è darsi una mano e darla a chi è in difficoltà. Questo senza dire tocca a me, è compito tuo, dovevi pensarci prima tu, dovevi farlo prima tu. Alcune cose vanno fatte e basta. Perché é un dovere. Tutto qui".