di Rita Piccolini
Un libro uscito da poco in libreria, edito da Biblioteca Neri Pozza, in cui l’autore Livio Frittella, raccoglie definizioni, giudizi, commenti relativi al nostro essere italiani. Un testo a volte divertente, spesso amaro, sul nostro modo di essere e di comportarci in una delle terre unanimemente riconosciute come tra le più belle al mondo. Vizi, virtù, gesti eroici o di paradossale codardia raccontati da scrittori, intellettuali, opinionisti essi stessi italiani o stranieri, raccolti insieme per riflettere su noi stessi e il nostro essere Nazione e Stato a 150 anni dall’unità.
Italiani brava gente? Quasi sempre sì, a volte decisamente no. Il saggio è più che mai di attualità non solo perché ci avviamo alla conclusione di una anno di celebrazioni per l’unità dello Stato italiano, ma anche perché i riflettori della comunità internazionale sono puntati su di noi. Siamo un Paese che vive una crisi economica pesantissima da cui si sta tentando faticosamente di uscire con determinazione e serietà. E questo già sarebbe di per sé sufficiente per giustificare l’interesse con cui vengono seguite le nostre vicende. Ma non basta. La cronaca dei fatti che accadono non ci aiutano. La tragedia della Concordia, per certi aspetti emblematica di un modo d’essere e di comportarsi è sotto gli occhi di tutti, a confermare purtroppo che esiste uno stereotipo degli italiani che non ci fa onore. In quel contesto sono infatti emersi tutti gli atteggiamenti tipici di un popolo che sa essere estremamente coraggioso e consapevole da una parte, quanto drammaticamente superficiale e codardo dall’altra. C’è tutto in questa tragedia: l’eroismo, la fellonia, l’improvvisazione, il pressappochismo, la generosità, la solidarietà. Ci sono anche tutti gli elementi del “feuilleton” in questa storia, persino una presunta amante che avrebbe distratto il comandante, una donna straniera, naturalmente giovane, naturalmente bionda.
Poi c’è la neve sull’Italia in questi giorni che fa emergere un Paese che si contraddistingue per disservizi epocali. Emerge nel contempo anche tanta voglia di reagire dei cittadini che si rimboccano le maniche in prima persona. Tutto questo condito da una notevole dose di polemiche e rimpallo di responsabilità che certo non aiutano ad affrontare l’emergenza. C’è anche il lato umoristico della vicenda che è un altro tratto peculiare dell’italianità. L’internauta sconosciuto che imitando il profilo del sindaco Alemanno su Twitter scrive:”Emergenza neve a Roma. Abbandonate la città. Io sono già a Milano”.
La goliardia, il gioco, il divertimento, la genialità, l’estro, l’arte. Pizza, spaghetti e mandolini, mafia, mammismo, ma anche il Paese del Rinascimento e dei suoi grandi geni ineguagliabili al mondo. Tutto questo troviamo descritto in questa raccolta di frasi, definizioni e aforismi a noi dedicati. Leggiamone alcuni. Si va dalla “Marmaglia miserabile” di Paul Klee, o agli italiani che “passano il loro tempo a deridersi scambievolmente e a pungersi fino al sangue” di Leopardi, al popolo di cui si deve “lodare la naturalezza, l’animo schietto, le belle maniere” di Goethe, ma con un “numero di geni, innovatori, santi ed eroi” sempre “notoriamente superiore alla necessità” di cui parla invece Barzini. E poi ancora c’è un “Paese unico al mondo, di una bellezza e molteplicità e varietà incredibile” di cui scrive Bassani, e il “regno della sporcizia” descritto da Le Corbusier. “Un paese ridicolo e sinistro” la definizione è di Pasolini, ma anche un posto dal quale “si può imparare soltanto dopo aver buttato via ogni idea che ci si è fatti prima” come scrive Ingeborg Bachmann.
Un popolo il nostro che, come scrive Ennio Flaiano “si ostina a immaginare l’inferno come un luogo dove, bene o male, si sta con le donne nude e dove con i diavolo ci si mette d’accordo”, ma anche fatto di persone quanto mai lontane dagli stereotipi o dai luoghi comuni. Ne parla così Mario Soldati: “Come è difficile agli inglesi conoscere davvero gli italiani! Siamo sempre meno onesti di quanto ci pensino!...Sempre meno onesti, ma anche sempre più umani di quanto ci pensino”.
Livio Frittella, romano, è un giornalista del Giornale radio Rai. Ha lavorato per “Il Messaggero”, “Paese Sera” “Film Tv” e Il Corriere delle Comunicazioni”. Ha pubblicato per Lindau “Le parole dello spettacolo. Dizionario di cinema, teatro, radio e televisione”.