Speciale Sanremo 2012


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Il Festival visto da Agliardi, Bungaro e Kaballà

Tre tra i più quotati autori della canzone italiana ci rivelano quali brani sono i loro preferiti

di Roberta Balzotti

NICCOLO' AGLIARDI: “Rispondo in maniera emotiva, non analitica”, tiene a precisare il cantautore milanese, autore di successo, una delle firme più ricercate del pop italiano in questo momento (scrive, tra gli altri, per Laura Pausini). E' stato anche uno dei commissari di Area Sanremo.

Ecco la sua opinione:

Noemi mi ha colpito. Interpreta con autenticità, con verità, la canzone.

Arisa mi è piaciuta, ho creduto in quel dolore che lei canta

Bersani dovrebbe diventare un po' meno “cerebrale”, dovrebbe semplificarsi; dovrebbe essere acchiappato da tutti, non solo dagli eletti. La sua decisione di scrivere per una elite da una parte mi dispiace ma dall'altra mi rincuora.

Carone e Dalla hanno un pezzo melodicamente fortissimo, emotivamente lacerante. Il testo però è incompleto, un po' ordinario. Un'enorme occasione mancata.

Bidiel, tra i giovani. Mi sono piaciuti, peccato siano usciti alla prima sfida. Ho trovato un po' fazioso mettere i giovani uno contro l'altro. Le coppie per le sfide sono state scelte arbitrariamente, con poca logica o con poca casualità.

Guazzone ha tutte le carte per essere un cantautore rispettato e avere credibilità: sa cantare, si pone bene, è educato. Se lavorassi con lui gli direi di stare a attento al rischio di diventare il derivato di qualcos'altro.

BUNGARO, come autore, ha partecipato a quattro Sanremo. L'ultima volta, lo scorso anno firmando il brano di Giusy Ferreri “Il mare immenso”. Due premi della critica vinti come autore per i brani “Senza confini”, di Eramo e Passavanti, e “Lividi e fiori”, di Patrizia Laquidara; e due come cantautore: con “Sarà forte” (1988) e con “E noi qui” (1991, insieme a Conidi e Di Bella). A “Guardastelle” (2004) è andato il riconoscimento di “migliore canzone”.

Queste le sue preferenza:

Guazzone ed Erica Mou sono i giovani più interessanti. Guazzone è melodicamente forte, la Mou mi piace come idea di testo, è particolarmente accattivante. Si sente che entrambi hanno un progetto, sono dentro un progetto.

Noemi ha un pezzo semplice, forte; ha una formula. Cantate da lei, quelle parole semplici, con quella stesura musicale, hanno un'emozione.

Renga melodicamente e come interprete è eccellente.

Chiara Civello ha un suo mondo vintage da sempre. E' una che sa fare il suo mestiere, la stimo. Mi piace, conosco il progetto. E non lo dico perché sono di parte, avendo scritto per il suo album.

KABALLA', negli anni, ha firmato per il Festival canzoni che hanno avuto sempre buoni piazzamenti o hanno ricevuto il premio della critica e, comunque, consensi. Tra queste, “Echi d'Infinito” (Antonella Ruggiero), “Crudele” (Mario Venuti), “L'uomo che amava le donne” (Nina Zilli).

Del Festival in corso, queste sono le sue canzoni preferite:

Arisa ha una canzone ben scritta, toccante, emozionante. L'arrangiamento fatto da Mauro Pagani è da Dio.

Eugenio Finardi ha un pezzo interessante. Peccato non lo abbia cantato nella sua tonalità; così non gli rende pienamente giustizia. Sono convinto che se lo avesse cantato un tono sotto sarebbe stato ancora più bello.

Noemi ha un pezzo ben scritto e ben cantato; un testo semplice, minimalista.

Francesco Renga ha una canzone pop moderna, strutturata bene, ben confezionata. Un pezzo rotondo. E lui ha una spada di note che spacca.

Samuele Bersani è, tra tutti, quello con il testo più originale; mi ha deluso un po' la parte musicale. Lui ha una scrittura metaforica, leggera, intelligente. Poteva osare di più nella musica.

Marco Guazzone, tra i giovani, è sicuramente il più originale.