di Gianluca Luceri
Vinci te che poi vinco io. Tra Juve e Milan si va avanti a sorpassi e controsorpassi, come una lunga volata ciclistica, vissuta spalla a spalla, dunque bellissima. Uguali (caso strano) anche i risultati delle due rivali scudetto: 3-1 della Juve al Catania sabato, 3-1 del Milan a Cesena domenica. Rossoneri di nuovo a +1 sui bianconeri con il tris al 'Manuzzi' firmato dal neoacquisto Muntari (29'), da Emanuelson (31') e Robinho (55'). Il gol di Pudil al 65' riduce il passivo per i romagnoli (adesso ultimi da soli) ma non riapre il match, già ampiamente compromesso. Pippo Inzaghi 'rivede' il campo al 91' ma la sua è solo una presenza statistica. E ora tutti a guardare il calendario e al count-down che porterà a sabato prossimo 25 febbraio (ore 20.45), allo stadio 'Meazza' per la madre di tutte le sfide, ovvero proprio Milan-Juve. Basta un’occhiata alla classifica, senza fare grandi calcoli, per capire la fondamentale importanza di questo match. Chi lo vince, mette più di mezzo scudetto in tasca. Considerato il jolly ancora a disposizione di Conte - il recupero del 7 marzo al Dall'Ara contro il Bologna - a rischiare di più è sicuramente Allegri. Che però se la giocherà in casa, cercando l'impresa che in questa stagione non è finora riuscita a nessuno: battere la Vecchia Signora, nella cui casella delle sconfitte c'è ancora un significativo 'zero'. Un segno, questo, di indiscutibile forza. E poi c'è Pirlo, che dopo la coppa Italia (ma non è la stessa cosa) riapparirà ancora da 'nemico' davanti ai suoi vecchi tifosi: i ricordi si mischieranno in un cocktail di fortissime emozioni. Il Milan attende anche l’esito del ricorso per cancellare una giornata di squalifica a Ibrahimovic; in caso di accoglimento, lo svedese sarà in campo.
Capitolo terzo posto: sorride a metà l’Udinese, che grazie al pareggio in casa col Cagliari e al tracollo della Lazio a Palermo appaia proprio i biancocelesti a quota 42 punti. Orfana di Di Natale e Isla, la formazione di Guidolin non va oltre lo 0-0 con i rossoblù di Ballardini. Partono bene i sardi con Thiago Ribeiro. Sull’altro fronte Armero mette a lato da buona posizione, poi Fernandes schiaccia fuori di testa. Nel finale di primo tempo Handanovic vola su tiro di Pinilla e poi neutralizza un tentativo di Ekdal. Nella ripresa, Agostini salva sulla linea una deviazione di Benatia su corner (proteste dei friulani per un sospetto mani). Il forcing dei padroni di casa si infrange contro la difesa del Cagliari. L’Udinese incassa un punto, che arriva dopo due sconfitte consecutive.
Una Lazio rabberciata e falcidiata dagli infortuni si fa travolgere da un Palermo in serata smagliante. Al ‘Barbera’ finisce 5-1 per i rosanero. Subito in evidenza il neoacquisto biancoceleste Alfaro, che spreca una buona occasione. Poi solo Palermo, che colpisce con Barreto (10’), Donati (20’) e Silvestre (42’). La squadra di Mutti cala il poker in avvio di ripresa con Budan (47’), poi arriva anche l’acuto del capitano Miccoli (51’). La Lazio ci prova con Alfaro e Gonzalez ma Viviano non si fa sorprendere. Unica nota lieta per Reja il ritorno in campo di Mauri, dopo un lungo infortunio muscolare con tanto di operazione. I biancocelesti rimangono pure in dieci per l’espulsione di Dias (doppia ammonizione, 74’). Nel finale De Marco allontanta anche Reja, subito prima del gol della bandiera di Kozak, subentrato a Klose nella ripresa (85’).
Sale in quinta posizione la Roma, che scavalca in un colpo solo Napoli e Inter. Vittoria di misura ma strameritata quella dei giallorossi, che all'Olimpico rischiano pochissimo e piegano un rinunciatario Parma con la rete al 26' di un Borini sempre più in ascesa. Una sola chance per gli emiliani (con l'ex Okaka), almeno 5 nitide palle-gol sprecate dalla squadra di Luis Enrique, che non abbaglia ma comanda sempre il gioco, crea e puntualmente spreca (vedi occasionissime per Rosi, Lamela, Taddei, Bojan e il debuttante Marquinho). Roma oggi in Europa League e con la zona Champions non così lontana per fare qualche 'stuzzicante' calcolo. Il problema resta però la continuità, mai trovata in questo campionato. Se Totti e compagni scendono dall'altalena, il terzo posto potrebbe non essere un'utopia.
Trenta punti in classifica e nove lunghezze di distacco sulla terz'ultima (il Lecce): ecco la dote 'enorme' con cui il Chievo, dopo il blitz a Marassi, si prepara ad affrontare l'ultima parte di stagione. 'Man of the match' il francese Thereau (30'), che porta tre punti pesantissimi nella cascina di Mimmo Di Carlo e infligge a un deludente Genoa la terza sconfitta consecutiva. Rossoblù spuntati senza Gilardino e fermati da un super Sorrentino nell'unica, clamorosa occasione della sfida, quella capitata sui piedi di Jankovic. Troppo poco per pensare di sgambettare un Chievo quadrato, compatto in difesa e velocissimo nella ripartenze. Altro colpo basso, invece, per l'ambizioso presidente Preziosi: pensava in estate di aver costruito una bella squadra ma la squadra, purtroppo per lui, si sta rivelando sbagliata. Così come il cambio, finora impalpabile, di allenatore.
Tredici punti in 11 partite per la gestione-Cosmi e un nome da segnare in rosso sul taccuino: Luis Muriel, colombiano, classe '91, attaccante di eccezionale prospettiva cui il Lecce, se resterà in serie A, dovrà fare un monumento. Il 4-1 del 'Via del Mare' in rimonta sul Siena è quasi tutto farina del suo sacco: pareggia (32') l'iniziale vantaggio toscano di Del Grosso, provoca il rigore del 2-1 trasformato da Di Michele e gioca una partita di altissimo spessore. Il connazionale Cuadrado (82') e Brivio in pieno recupero (94') calano il poker sulla testa di Sannino, la cui squadra in trasferta continua a faticare troppo. Lecce che dà uno scossone a se stesso e alla rincorsa salvezza: 21 punti restano pochi, ma gli altri indiziati non sono così lontani e i salentini appaiono in costante crescita.
Reti bianche e un punto a testa per Novara e Atalanta: Mondonico, dopo il capolavoro a San Siro con l'Inter, cercava un altro acuto per ravvivare il fuoco di una disperata rimonta. Niente da fare: l'Atalanta di Colantuono si conferma tosta e difficile da battere. Ma i piemontesi non sono più ultimi e già questo, comunque, è un risultato che può dare sprint e motivazioni. Partita intensa, divertente, finita 0-0 solo per caso. Molte le occasioni, più un legno a testa: traversa di Denis e palo di Caracciolo.