Sulla Via Casilina Vecchia, a Roma, esiste un supermercato per famiglie disagiate dove poter reperire gratuitamente generi di prima necessità . E’ l’Emporio della Solidarietà che la Caritas ha aperto da sei mesi per arginare una situazione che negli anni si è trasformata in una vera e propria emergenza.
Sono sempre di più le famiglie che non arrivano a fine mese. Sono i nuovi poveri e questo luogo vuole essere un punto di ascolto per loro, mi spiega Don Paolo, fondatore dell’Emporio.
Qui fai la spesa e non paghi con la carta di credito, ma con una card che ti rilascia il centro di ascolto della Caritas. Ogni famiglia ha a disposizione una media di 40 punti settimanali, in base alla composizione e al reddito, 160 punti al mese per un massimo di 6 mesi per poter dare a tutti la possibilità di usufruire di questo servizio.
"Promuovere la cultura di una famiglia responsabile di una spesa è fondamentale - sottolinea Don Paolo mentre sistema cassette di frutta nei magazzini -. "L’Emporio non vuole essere solo un luogo di distribuzione di pacchi-viveri, serve a capire i bisogni di una persona e accompagnarla, individuando un percorso e studiando interventi per uscire dall’emergenza. Insomma bisogna superare l’Emporio stesso”.
Per far stare in piedi un supermercato che serve oggi poco più di 300 famiglie, ma che vuole arrivare a 1000, bisogna garantire ogni giorno l’arrivo della merce. “Ogni volta che si apre l’Emporio escono 3.500 prodotti, per un valore di circa 3.500 euro - calcola padre Paolo - e la Caritas non può sostenere da sola uno sforzo così immane”.
La scommessa è la solidarietà alimentare: l’attenzione agli ultimi da parte del mondo economico. Adesso le merci sono offerte da alcune aziende e Don Paolo si reca personalmente ai mercati generali per ritirare frutta e verdura invendute .
“Qui si trovano tutti prodotti di qualità - mi dice accompagnandomi tra gli scaffali- la Barilla ci dà la pasta, i surgelati sono garantiti dalla Findus, le carni dalla Pacaro, e ai giochi, ai passeggini e ai prodotti per la prima infanzia ci pensa la Perego. Dare la possibilità di scegliere quello che serve a chi ne ha bisogno è la vera sfida”.
Alle casse e a sistemare la merce negli scaffali ci sono 6 persone, tra operatori e volontari della Caritas. Anna è la responsabile. “Sono 20 anni che lavoro sulle emergenze ma una crisi come quella di oggi non l’avevo mai vista. La situazione sta sfuggendo di mano. Per anni ho lavorato sulla grossa emarginazione, alcol, droga, disagio mentale, ma oggi ci occupiamo prevalentemente di persone normali. A 40 anni se perdi il lavoro sei finito, non riesci più a reinserirti. Il nostro progetto era diretto principalmente alle famiglie con bambini che a causa del lavoro precario, o di una malattia, o della perdita del potere d’acquisto degli stipendi non ce la fanno a sopperire ai bisogni primari. Ma qui vengono anche i pensionati che, dopo aver pagato l’affitto non hanno più i soldi per la spesa. E in maggioranza sono italiani”.
C. T.