L'assalto ai beni-rifugio


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Un diamante per tutti

A colloquio con l’amministratore delegato di Diamond Private Investment, Maurizio Sacchi d

di Silvia Giacomantonio

In tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, se da una parte si riduce il potere d’acquisto della moneta, dall’altra cresce il disorientamento in tema di risparmio. E’ questa una delle maggiori preoccupazioni degli italiani: quelli che, infatti, fino a poco tempo fa sembravano investimenti sicuri, garantiti e al riparo da effetti speculativi, improvvisamente perdono tali prerogative dirottando l’attenzione verso forme di investimento alternative. Al mercato tradizionale – azionario e valutario – si preferisce insomma quello dei cosiddetti beni-rifugio, in particolare oro e diamanti. Ma se l’oro, potendo raggiungere quotazioni di mercato altissime ma anche vertiginose perdite di valore, rimane un investimento ad alto rischio, così non è per il diamante, da sempre considerato il bene-rifugio per antonomasia.

Perché allora conviene, oggi più che mai, investire in diamanti? Lo abbiamo chiesto ad un esperto, il dottor Maurizio Sacchi, amministratore delegato della Diamond Private Investment, società di servizi nella intermediazione di diamanti da investimento, leader in Europa, che opera nel rispetto di un codice etico.

Dottor Sacchi, Lei è un esperto, dunque può dispensare buoni consigli a chi si avvicina per la prima volta a questo tipo di investimento
Più che di convenienza, innanzitutto, direi che si tratta di assicurare un futuro al nostro patrimonio. Investire in diamanti deve dare sicurezza per l’avvenire; ma una sicurezza non finalizzata a rendere ricchi, bensì a mettere al riparo una parte del patrimonio da qualsiasi rischio.

Cioè? Si spieghi meglio
Quando io ho in tasca un diamante posso rivenderlo in qualsiasi momento e in ogni parte del mondo. Dunque, il diamante è un bene che, a differenza dell’oro o degli immobili, mantiene costantemente la caratteristica della liquidabilità e trasferibilità. Si potrebbe definirlo come “una moneta di scambio internazionale” . In più, si rivaluta continuamente. Basti pensare che da quando esistono delle quotazioni ufficiali – e perciò dal 1973 – il suo valore è cresciuto mediamente dell’1-1,5% all’anno oltre l’inflazione. Per convincersi della validità di questo tipo di investimento, basta dare un’occhiata al grafico da noi pubblicato nel nostro sito, che evidenzia l’andamento delle quotazioni diamanti/inflazione/oro tra il 1994 e il 2011.

Qual è la percentuale di patrimonio che Lei suggerisce di investire in diamanti?
Non più del 5 per cento. Dunque, è un’operazione alla portata di tutti, anche del piccolo risparmiatore, che in questo modo può diversificare i propri investimenti.

E qual è l’iter da compiere?
E’ molto semplice. Il risparmiatore che decide di investire in diamanti, viene da noi e noi lo indirizziamo ad una banca con cui abbiamo degli accordi o ad un nostro funzionario per la sottoscrizione dell’ordine. Le pezzature che mettiamo a disposizione oscillano da 5.000 a 20.000 euro, ma l’importo investito può essere di qualunque ammontare. Sconsigliamo pezzature superiori perché le pietre perderebbero quelle caratteristiche di liquidabilità e trasferibilità di cui parlavo pocanzi. La Banca, a questo punto, si rivolge a noi che siamo in grado di fornire i diamanti più “commerciali”. A questo proposito, colgo l’occasione per sgomberare il campo da un equivoco frutto di una confusione molto diffusa tra i risparmiatori: noi non siamo “venditori” di diamanti, ma “fornitori di un servizio finanziario”. Tanto che il nostro slogan è : “I diamanti si comprano in gioielleria, gli investimenti in diamanti si fanno in banca”.

Dunque qual è il vostro ruolo?
Quello di assistere sia la Banca che il cliente nella trattativa, garantendo a quest’ultimo la possibilità di rivendere le pietre acquistate nel giro di trenta giorni e alle quotazioni di mercato pubblicate su “Il sole 24 ore”. La nostra “punta di diamante”, per usare una metafora in linea con il tema, è : garantire la rivendita del prodotto.

Quali garanzie fornite alla Banca e, attraverso la banca, al cliente che decide di acquistare diamanti?
Innanzitutto noi forniamo solo pietre certificate HRD, il maggior istituto internazionale riconosciuto, e provenienti direttamente dalla Borsa di Anversa, una delle quattro borse mondiali – le altre sono New York, Tel Aviv e Mumbai – che hanno istituito un “cartello” per evitare forti oscillazioni dei prezzi, costituendo in pratica una sorta di “Opec dei diamanti”; poi prestiamo particolare attenzione alla sicurezza: ogni diamante è contenuto all’interno di un blister e reca un sigillo tatuato con il laser che ne permette la tracciabilità; da ultimo, accompagniamo le nostre pietre con una polizza assicurativa contro il furto e la rapina stipulata in base al valore di mercato delle stesse.

Dunque, un investimento in diamanti sembra presentare una notevole serie di vantaggi, non ultimo quello di non comportare alcun costo iniziale, né di mantenimento. Se poi si considera che le pietre preziose sono una merce pregiata non soggetta a tassazione, il loro acquisto diventa ancora più appetibile. Sia per i grandi che per i piccoli risparmiatori, con un denominatore comune: il privilegio di possedere un bell’oggetto, elegante ed esclusivo al tempo stesso, e in grado di coniugare l’investimento con il piacere.