Le parole del Papa sul Natale tracciano anche, indirettamente, la differenza tra il senso consumistico e quello interiore del presepe, che del periodo natalizio è il simbolo per eccellenza. Per Benedetto XVI, c’è il rischio che il Natale, “sotto la spinta di un consumismo edonista perda il suo significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni”. Il Pontefice ha sottolineato che le incertezze e la stessa crisi economica “che in questi momenti stanno vivendo tantissime famiglie e che tocca l’intera umanità” possono essere uno stimolo a riscoprire i valori tipici del Natale: “semplicità, amicizia, solidarietà”; il Natale invita i cristiani a pensare “ai bambini che nascono in grande povertà, a quelli non accolti o rifiutati, a quelli che mancano di cure o attenzioni, alle famiglie che vogliono un figlio e non possono averlo”.
Il Natale ci ricorda che solo l’amore avvicina
Nel 2008, durante la tradizionale benedizione dei Bambinelli, che nel presepe vengono posti nelle notte tra il 24 e il 25 dicembre, il papa rimarcò che solo l’amore avvicina e che “il Natale verrà a ricordarci questa verità fondamentale della nostra fede e, dinanzi al Presepe, potremo assaporare la letizia cristiana, contemplando nel neonato Gesù il volto del Dio che per amore si è fatto a noi vicino”.