Per farsi conoscere è meglio Internet che le mostre: lo indica il 79 per cento degli 8mila artisti italiani toccati da una ricerca, condotta dal prof. Francesco Casetti, dell'americana Yale University, e presentata oggi presso la Fondazione Riccardo Catella. La vocazione artistica si è manifestata prima dei 18 anni nel 71,4 per cento degli intervistati.
E' stata coltivata frequentando le scuole d'arte (45,6) o da autodidatta (43,2). Il 63 per cento del campione svolge un'altra professione, oltre alla propria attivita' di artista: il 14,2 per cento è consulente o libero professionista, il 13,8 insegnante di scuole primarie o secondarie, il 13,4 impiegato pubblico, 11,6 designer, grafico o stilista, il 7,4 fotografo o videomaker, il 7,4 impiegato del settore privato, il 7,2 artigiano.
Il 52 per cento ha dichiarato di svolgere la propria attività in casa e solo il 42 per cento ha un apposito studio. I linguaggi artistici piu' usati continuano ad essere la pittura (72 per cento) ed il disegno (57,4). La scultura e' praticata dal 20 per cento. Quasi tutti gli intervistati hanno esposto in una collettiva (93,7 per cento). Il 79,1 per cento ha avuto anche una personale. Alle gallerie private si rivolge il 37,2 per cento.
Il 39,4 ritiene che comunque sia l'istituzione museale quella piu' importante per esporre. Il ruolo delle aste solo il 7,2 per cento lo ritiene fondamentale per valutare correttamente un'opera. Il 39,1 per cento lo giudica utile. Il 19,4 pensa invece che sia nocivo, perche' distorce una corretta valutazione.