La Giornata in ricordo delle vittime


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Memoria e impegno per non rassegnarsi alle mafie

Presentata a viale Mazzini la 17.ma Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera, Avviso Pubblico e con la collaborazione del Segretariato sociale della Rai l

di Germana Lang

Memoria come impegno, memoria come strumento per uscire dalla rassegnazione e dalla indifferenza. E’ questo il significato più volte richiamato della ”Giornata della memoria e dell’impegno in memoria delle vittime delle mafie”, presentata a Roma, nella sede della Rai, da Don Ciotti, il presidente di Libera che insieme ad Avviso pubblico ha promosso l’iniziativa.

La manifestazione, diventata un appuntamento per quanti sono impegnati nella lotta contro le mafie, le illegalità, la violenza e la corruzione, quest’anno si svolgerà a Genova il 17 marzo. Perché Genova? Perché spiega Don Ciotti, la mafia è ovunque, “Mi stupisco di chi si stupisce che la mafia è anche al Nord. E’ cinquant’anni che esiste, anche se in forme diverse” e ricorda che in Liguria ci sono due comuni commissariati per infiltrazioni mafiose e che diverse inchieste coinvolgono alcuni territori di questa regione. ‘Genova, Porta d’Europa’ è lo slogan della manifestazione, “ una porta aperta all’incontro tra culture, tra persone -dice -. E come tutte le porte possono essere sbattute. In questo caso la volontà è quella di chiuderla al crimine.” E in quell’occasione, assicura Don Ciotti “non saranno dimenticati neanche i morti di Borghetto” della recente alluvione.

Don Ciotti va oltre. E nel denunciare corruzione, illegalità, tra i mali che minano la democrazia, aggiunge le ingiustizie sociali, le morali di comodo, l’intolleranza, punta l’indice sull’assenza di diritti e sulla zona grigia, quella dell’indifferenza e della collusione con le mafie. “E’ un problema di democrazia, che non può esserci senza dignità, giustizia e responsabilità”.

“Porteremo la testimonianza di quanti tra gli amministratori si battono contro le mafie, la corruzione, l’illegalità”, spiega Roberto Montà ,vicepresidente di Avviso Pubblico, un’altra delle associazioni da molti anni impegnata su queste tematiche.

La parola passa ai familiari delle vittime che raccontano della loro decisione di vivere il dolore per la perdita dei loro cari non più solo in privato e di far diventare la loro rabbia un impegno civile, attraverso la testimonianza e la condivisione. “Noi chiediamo che la memoria sia veramente l’unico strumento per uscire dalla mediocrità della rassegnazione a tutto questo e dell’indifferenza”, dice Alessandra Clemente, che ha perso la madre per mano della camorra.

E così come questa conferenza stampa si era aperta con lo spot realizzato dai ragazzi dael Marano Spot Festival, si chiude in modo simbolico con le parole dei ragazzi che hanno partecipato a quell’esperienza. “Se anche per un solo secondo si riflette sulle brutte cose che fa la mafia, è già importante il lavoro che abbiamo fatto”, dice uno dei bambini.