Esito Referendum, no a vacanze più lunghe


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Svizzera, stop a seconde case e no vacanze più lunghe

Il popolo svizzero dice basta alla proliferazione di case di vacanza, non vuole prezzi dei libri calati dall'alto, rinuncia ad avere piu' vacanze, ritiene inopportune le agevolazioni fiscali per l'accesso alla casa propria e opta per lo status quo in materia di giochi in denaro: questo, isintesi, il risultato delle votazioni federali s

Il popolo svizzero dice basta alla proliferazione di case di vacanza, non vuole prezzi dei libri calati dall'alto, rinuncia ad avere piu' vacanze, ritiene inopportune le agevolazioni fiscali per l'accesso alla casa propria e opta per lo status quo in materia di giochi in denaro: questo, isintesi, il risultato delle votazioni federali.

Il voto meno scontato e' stato quello relativo all'iniziativa sulle residenze secondarie, che ha tenuto a lungo con il fiato sospeso e ha mostrato un paese diviso praticamente a meta' sul tema. Alla fine ha prevalso il si': di misura per quanto riguardo il popolo (51%) ma con piu' convinzione per cantoni (13,5 contro 9,5).

I piu' entusiasti si sono mostrati i cittadini di aree lontane dalle Alpi come Basilea Citta' (62%), Basilea Campagna (57%), Soletta (56%) e Ginevra (56%), ma anche nei Grigioni e in Ticino, regioni in cui in cui le ripercussioni economiche negative potrebbero essere importanti, la percentuale di favorevoli - rispettivamente il 43% e 46% - non e' stata trascurabile. Una chiusura totale e' stata invece opposta dal Vallese (solo 26% di si').

La maggioranza della popolazione ha quindi voluto dare una sterzata all'attuale pianificazione del territorio, ritenendo gli strumenti attuali insufficienti per contenere la cementificazione della natura: nelle Alpi vi sono gia' oltre 500'000 case di vacanza. Molti hanno visto nell'iniziativa lanciata dalla fondazione Helvetia Nostra dell'ecologista Franz Weber un'ultima opportunita' per salvare il salvabile.

Piu' chiaro e' stato il responso riguardo alla legge federale sul prezzo fisso dei libri, respinta dal 56% della popolazione. Si e' creato un classico "Rostigraben", con un sostegno massiccio in Romandia (il si' ha toccato punte del 71% nel Giura e del 67% a Ginevra) e un'opposizione - fino al 73% di Uri - nella Svizzera tedesca.

In realta' il tema era di per se' piu' di attualita' nelle regioni tedescofone, che fino al 2007 conoscevano un regime prezzi imposti: ma nella Svizzera Romanda - che ha tariffe libere gia' dagli anni 90 - e' probabilmente scattato un riflesso di difesa della cultura. Il Ticino, che non ha mai avuto prezzi fissi, si e' schierato di misura per il no (53%). Sulla stessa linea anche i Grigioni (56%).Come previsto dai sondaggi l'iniziativa "6 settimane di vacanza per tutti" e' stata respinta in modo assai deciso: hanno detto no il 66% dei votanti e tutti i cantoni.

Il sostegno maggiore e' stato raccolto nei cantoni di Giura (49%), Ginevra (47%) e Ticino (46%), mentre l'opposizione piu' forte e' giunta dai piccoli cantoni come Appenzello Interno (82%), Obvaldo (79%) e Nidvaldo (78%). Anche i Grigioni (73%) si sono mostrati severi con il testo in votazione.

Per il sindacato Travail.Suisse, che ha raccolto le firme, e' stato comunque positivo il fatto che in Svizzera sia stato affrontato il tema dello stress e del sovraccarico di lavoro: la speranza e' ora che le discussioni continuino a livello di partenariato sociale.Piu' fiacca e' stata la campagna di votazione relativa all'iniziativa popolare sul risparmio per l'alloggio, una normativa che voleva agevolare l'accesso alla casa di proprieta' attraverso deduzioni fiscali: la proposta di modifica costituzionale e' stata bocciata dal 56% dei votanti.

Quattro i cantoni che sono risultati controcorrente: Vallese (51%), Basilea Campagna (53%), Ginevra (53%) e soprattutto il Ticino (63%), che conferma il suo attaccamento particolare al tema dell'abitazione propria. Nel resto del paese ha prevalso l'idea che questo tipo di sgravi vadano solo a vantaggio dei ricchi.Il popolo ha infine accolto a larghissima maggioranza (87% di si') il decreto federale concernente il disciplinamento dei giochi in denaro a favore dell'utilita' pubblica. La Svizzera potra' cosi' dotarsi di una legislazione piu' chiara in materia: la disposizione adottata assicura la ridistribuzione degli utili ai progetti di utilita' pubblica ed evoca piu' concretamente i rischi della dipendenza dal gioco. Praticamente in tutti i cantoni il testo e' stato accolto da almeno quattro cittadini su cinque. In Ticino il si' ha raggiunto l'88%, nei Grigioni l'85%.La partecipazione al voto e' stata intorno al 45% per tutti e cinque gli oggetti.