di Mauro CaputiDi nuovo tutti all’inseguimento di Vettel, da Melbourne a San Paolo, in otto mesi di campionato per un totale di venti gare. Il due volte iridato si propone come favorito d’obbligo per la stagione 2012, anche perché la concorrenza non sembra aver mostrato, nei test invernali, contromisure aerodinamiche tali da contrastare lo strapotere della Red Bull. In realtà, nemmeno la casa guidata da Chris Horner ha scoperto più di tanto le carte nei test condotti a Jerez e a Barcellona. E’ noto, comunque, che i top team cerchino l’affidabilità più che i tempi in queste prove.
Tuttavia, c’è chi ha subito premuto a fondo l’acceleratore. Nell’ultima quattro giorni a Barcellona, a inizio marzo, la Lotus ha dominato la griglia dei tempi in tre giorni su quattro. Non tragga in inganno il nome, perché la scuderia non è quella che lo scorso hanno finiva costantemente doppiata più e più volte in ogni Gp. Si tratta infatti della Renault, che ha acquisito che ha venduto le quote a Genii Capital e si è ribattezzata Lotus Team F1 (nome acquisito dopo un accordo legale). E che al volante presenta il giovane francese Grosjean e una vecchia conoscenza del circus, Kimi Raikkonen al rientro dopo un paio d’anni nei rally. Gli ultimi riscontri cronometrici danno ragione agli uomini del Team Principal Boullier, che ha continuato lo sviluppo della vettura che qualcosa di buono aveva fatto intravedere già l’anno scorso. Fra pochi giorni il circuito urbano di Albert Park farà capire quanto di vero c’era in quei test, e anche come si ripresenta in Formula 1 l’ex iridato Raikkonen. C’è chi si augura conferme di quanto visto in inverno e c’è chi spera in un’inversione di tendenza. La Ferrari, infatti, non ha tratto indicazioni positive dai test. Dopo l’ultima giornata a Barcellona Alonso annuncia: “Nelle prime gare soffriremo, dobbiamo migliorare”. Anche se poi indora la pillola: “Stiamo bene, ma abbiamo ancora del lavoro da fare”. E lo stesso team principal, Domenicali, non nasconde il disappunto: “Non possiamo essere contenti di come sono andate le prove rispetto a quelli che erano i nostri obiettivi”. Come dire, non aspettatevi nulla in Australia. Ma è evidente che il lavoro non finisce qui, l’obiettivo di mettere una macchina competitiva a disposizione dei piloti non si esaurisce certo nei chilometri percorsi a gennaio e febbraio. Il problema resta sempre quello dell’equilibrio aerodinamico visto che, come più volte lamentato dalle parti di Maranello, la potenza del motore è omologata per tutti, o quasi, i team.
Più agguerrita la McLaren, indicata dallo stesso Horner come la concorrente numero 1 della sua Red Bull. I problemi per la casa di Woking potrebbero arrivare dall’onnipresente dualismo fra i piloti, Hamilton e Button. Entrambi con un mondiale vinto in bacheca, entrambi determinati a fare da prima guida. Una competizione sana e anche divertente nel caso di un mondiale dominato da qualcun altro (come l’anno scorso), una gatta da pelare per Martin Withmarsh se il campionato fosse aperto e si rendesse necessario fare una scelta per ‘concentrare’ i punti.
Resta un oggetto misterioso la Mercedes che ripresenta al volante Schumacher e Rosberg. L’anno scorso il secondo si è fatto apprezzare più del sette volte iridato. Ma il tutto si è limitato a una competizione interna alla scuderia, che non ha fatto sussultare le classifiche. La casa della stella a tre punte spera di ottenere qualcosa di più, le premesse invernali (pur senza esaltarsi) ci sono. Invece sono una costante la mancanza di risultati delle tre scuderie, ormai al terzo anno, volute a suo tempo da Max Mosley. La HRT e la Catheram (che l’anno scorso si chiamava Lotus) hanno girato poco e non certo bene in inverno. La Marussia (casa russa che ha acquistato la Virgin) non è riuscita a svolgere nemmeno un giro di prove ufficiali perché non in regola con i crash-test. Difficile, al momento, pensare che possano diventare realtà si un certo spessore come la Force India o la Sauber.