di Raffaella Miliacca
Il primo maggio 2011 Giovanni Paolo II è diventato Beato. A partire da quell’evento, la sua beatificazione, con un milione e mezzo di fedeli giunti a Roma da tutto il mondo, e dai preparativi della vigilia, lo scrittore e regista Italo Moscati ha realizzato un breve filmato di 22 minuti con la tecnologia in 3D. Prodotto dalla Direzione Strategie Tecnologiche Rai con il Centro Ricerche Rai, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, il documentario sarà trasmesso nello Speciale TG1 del 1° aprile, in occasione del settimo anniversario della morte di Papa Wojtyla, e in contemporanea in 3D su Rai HD.
Obiettivo del film, spiega il regista, è andare oltre lo sfondo della Piazza e della Basilica di San Pietro quel 1° maggio per evocare la vita e il pontificato di Giovanni Paolo II, dalla giovinezza alle sue ultime parole. Il racconto –dice Moscati-comincia alla vigilia della cerimonia di beatificazione, con l’arrivo di pellegrini e turisti, e l’attesa notturna di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, accampati al Circo Massimo. Si riprendono con piccolo telecamere e, a loro volta, sono ripresi da microcamere in 3D. Il documentario prosegue a San Pietro, dove la preparazione dell’appuntamento è scandita a partire dalle 5.30 dall’orologio della Basilica: la disposizione delle telecamere, lo sciamare della folla, i piccoli e grandi episodi che punteggiano la giornata. E poi, la mattina dopo, l’esposizione della bara del Papa all’interno di San Pietro.
Le immagini in 3D si alternano con altre in 2D, tradizionali, documenti di archivio che rivisitano la vita e la missione di Giovanni Paolo II: la sua fede, i viaggi, la sua Polonia, le parole contro le violenze e le guerre, a favore dei poveri e dei dimenticati, e sugli effetti della televisione e dei media. Le parole scorrono sulle riprese in 3D nella Piazza, nella Basilica, nei giardini del Vaticano. Durante la beatificazione Benedetto XVI definisce il suo predecessore “un gigante”, ed è questa l’espressione che dà il titolo al film. Non c’è voce narrante, ci sono le parole di Papa Wojtyla e la colonna sonora, con brani di Mozart, Schubert, Rossini, Bach, Villa Lobos, Bob Dylan.
Presentando in conferenza stampa il documentario, il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, lo definisce “un fatto straordinario” perché “unisce la tecnologia al prodotto artistico e rappresenta l’unione tra la sperimentazione e l’espressione di un personaggio che ci ha guidato per 27 anni in un cammino”.
“Lavoriamo da tempo per trovare un accordo tra le nuove tecnologie e le ideologie di cui ci facciamo portatori. Non siamo noi a determinare gli sviluppi delle tecnologie ma dobbiamo saperli seguire”, dice padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana e del Centro Televisivo Vaticano, e aggiunge: “La figura di Wojtyla e la sua beatificazione erano l’occasione adatta per sperimentare con la Rai la nuova tecnologia del 3D”.