di Fabrizio de Jorio A Roma fino al 18 marzo, il Cirque du Soleil presenta Saltimbanco, una caleidoscopica celebrazione di agilità e abilità artistica, con un cast di 50 artisti di altissimo valore, provenienti da 20 paesi diversi. Uno spettacolo per tutta la famiglia, ma in particolare per i bambini che rimangono affascinati dalle acrobazie degli artisti che si cimentano in incedibili dimostrazioni di alto livello non solo atletico ma anche agonistico. Dall’incredibile prova di equilibrio, salto e velocità dei Pali Cinesi e dell’Altalena Russa, a quelli anti-gravità di Bungee e Trapezio, dai piacevoli numeri dei Giocolieri e della Bicicletta Acrobatica, agli acclamatissimi Clown. Esperienza tecnica e design stravagante sono arricchiti da costumi spettacolari, giochi di luce straordinari, musica incantevole, umorismo e magia. Pieno di colore, gioia e meraviglia.
Dall’italiano “saltare in banco”, Saltimbanco esplora l’esperienza della città in tutte le sue svariate forme: le persone che ci vivono, le loro caratteristiche e apparenze, le famiglie e i gruppi, la fretta e il trambusto della strada e l’altezza smisurata dei grattacieli. Produzione classica del Cirque du Soleil, Saltimbanco è ispirato alla struttura urbana della metropoli e ai suoi pittoreschi abitanti. Decisamente barocco nel suo vocabolario visivo, l’eclettico cast dello show trascina lo spettatore all’interno di un mondo immaginario e fantastico, una città ideale in cui la diversità è motivo di speranza.
Saltimbanco è lo spettacolo più longevo del Cirque du Soleil, in tour in tutto il mondo dal 1992; ha ottenuto un incredibile successo ovunque, e collezionato sold-out in Europa, Nord e Sud America, Australia, Giappone e Nuova Zelanda. A Roma al Palalottomatica fino al 18 marzo Dai circa 20 artisti di strada di cui la compagnia era formata al suo inizio nel 1984, il Cirque du Soleil, basato in Quebec, conta 5.000 lavoratori, di cui oltre 1.300 artisti di oltre 50 nazionalità diverse. Il Cirque du Soleil ha portato i suoi spettacoli in oltre 300 città di sei continenti con oltre 100 milioni di spettatori. www.cirquedusoleil.com.
Ecco in dettaglio la struttura dello spettacolo
LA SCENOGRAFIA
La scenografia di Saltimbanco riflette le contraddizioni della città in cui convivono il potente e il povero. Un posto dove tutto è possibile. Il set è uno spazio urbano ridotto ai suoi elementi essenziali. Saltimbanco utilizza diversi gel colorati, l’impianto luci dona un effetto cinematografico portando dentro e fuori luce i personaggi in base alla loro posizione sul palco e al colore dei loro costumi. Le luci vengono inoltre usate per creare spazi, illuminando alcuni punti e lasciando il resto dello spazio in oscurità. IL PALCO
- il palco è lungo 34 metri, largo 20 metri e alto 1.30 metri
- ci sono oltre 183 metri di travi per sostenere la griglia acrobati, la struttura e l’impianto luci sopra il palco
- la griglia acrobati è lunga 9 metri e sospesa a 14 metri sopra il palco
- i pali usati nel numero dei pali cinesi sono lunghi 7.3 metri
- l’attrezzatura in tour ha un peso totale di 180 tonnellate
- lo staff tecnico comprende 20 specialisti e 12 autisti di camion
- circa 140 persone vengono ingaggiate in ogni città per il montaggio e lo smontaggio
I COSTUMI
I costumi di Saltimbanco sono pieni di colori vivaci, sono eccentrici ed eclettici. I personaggi non indossano semplicemente i costumi. Piuttosto sono i costumi ad essere realizzati su ciascun personaggio man mano che lo spettacolo si sviluppa.
LA MUSICA
René Dupéré fu coinvolto nella creazione di Saltimbanco sin dalla sua origine. Ha realizzato una musica ispirata alla vita urbana della fine dell’ultimo secolo: eterea seppure barocca, ritmica e cosmopolita. Il compositore ha spiegato che il tema della musica per Saltimbanco è la “vita nella città”, in cui ciascuno deve esplorare l’immaginario che la città porta a mente. L’idea iniziale era la città: l’ambiente urbano, le persone che lo abitano, i gesti, le tracce, i luoghi di incontro, gli incroci, i percorsi paralleli, le diverse culture… “Ho voluto rinunciare ai soliti cliché, e ho invece cercato di creare il rumore di una città piena di luce e di speranza. E cosa distingue una città e i suoi abitanti? All’inizio ero convinto che la voce umana dovesse essere parte dello spettacolo – nello stesso modo della percussione. Ma mi sono anche reso conto che il “panorama musicale” di una città va al di là del rumore del traffico nell’ora di punta. Nel cuore di New York, per esempio, il suono dell’alba sembra lo stesso di una campagna…”.
La trama sonora dello spettacolo comprende un solo canto d’opera eseguito in italiano popolare del tredicesimo secolo. Tutte le canzoni sono in sequenze fonetiche prese da varie lingue, tra cui l’arabo, lo svedese e il tedesco. Questi elementi rinforzano il potere evocativo della musica. Anche se alcune culture sono a noi lontane e sconosciute, René Dupéré crede che la loro musica riesca sempre a commuoverci. “La cosa meravigliosa della musica è che genera sempre delle emozioni in ciascun spettatore, emozioni che a lui solo appartengono”.