Dagli ammortizzatori all'art. 18


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Lavoro, i temi sul tavolo

Stretta sulla precarietà e maggiore flessibilità in uscita lavoro_istat_296

Riordino delle tipologie contrattuali per l'accesso al mercato del lavoro con una stretta sulla precarietà, riforma degli ammortizzatori sociali con il tentativo di renderli universali e maggiore flessibilità in uscita con la revisione dell'articolo 18: la riforma del mercato del lavoro sulla quale martedì 20 si cercherà l'accordo tra Governo e parti sociali si è ormai delineata e punta all'obiettivo, come spiegato oggi dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, di creare un ambiente favorevole all'investimento per le imprese ma anche di creare maggiori occasioni di lavoro per i giovani e per chi ha perso il lavoro. Ecco in sintesi i temi sul tavolo:

CONTRATTI: Il Governo punta al "riequilibrio delle convenienze" tra le varie tipologie contrattuali disincentivando in particolare l'uso del contratto a termine (con un aumento della contribuzione dell'1,4% sulla retribuzione da destinare al fondo per il reimpiego). Sul contratto a progetto è previsto un ulteriore aumento dell'aliquota contributiva previdenziale (per avvicinarla a quella del lavoro dipendente) oltre a una stretta sulla possibilità di utilizzarlo. Si limiterà inoltre la possibilità del committente di recede dal contratto prima del termine. Si rafforza invece il contratto di apprendistato valorizzandone il contenuto formativo.

AMMORTIZZATORI: Al posto dell'indennità di disoccupazione arriva l'Aspi (assicurazione sociale per l'impiego) che durerà più a lungo e sarà più alta. A regime passa dagli 8-12 mesi attuali (12 per gli over 50) ai 12-18 mesi (18 per gli over 55) e avrà un importo più alto (dal 60% attuale al 70% della retribuzione almeno sui primi 1.250 euro di salario con un tetto massimo di 1.119 euro lordi). Viene sostanzialmente abolita la mobilità (due anni di sussidio in casi di licenziamenti collettivi nelle aziende industriali con almeno 15 dipendenti che possono diventare 4 anni nel caso degli over 50 del Sud) mentre dovrebbe essere introdotta la possibilità di uno "scivolo" pagato dalle imprese per i lavoratori più anziani (coloro che sono licenziati ameno di 4 anni dalla pensione). Giro di vite anche sulla cassa integrazione con la decisione di non prevedere lo strumento in caso di chiusura dello stabilimento.

ARTICOLO 18: il punto di accordo dovrebbe trovarsi sulla possibilità per i licenziamenti per motivi economici (il cosiddetto giustificato motivo oggettivo) di lasciare al giudice la decisione in caso di licenziamento illegittimo tra il reintegro e l'equo indennizzo. Il reintegro resterebbe con le regole attuali (il giudice ordina comunque il reintegro nel caso di licenziamento illegittimo) nel caso di licenziamenti discriminatori, senza giusta causa e senza giustificato motivo soggettivo (ovvero motivi attinenti al comportamento del lavoratore).