I dati di uno studio della Banca Centrale


Stampa

Bce: Roma maglia rosa spread

In Italia la più alta riduzione del differenziale tra i tassi bce_euro_296

Italia prima della lista nel calo dello 'spread' degli ultimi mesi. Un risultato ottenuto grazie alle misure interne, al 'fiscal compact' europeo ma, secondo il premier Mario Monti, non ai fondi della Banca centrale europea. Uno studio della Bce diffuso in questi giorni ''rileva che a partire da novembre la diminuzione dei tassi è stata la più alta tra quelle dei diversi stati membri dell'Ue. Questo fa cadere alla radice la tesi secondo la quale in Italia sarebbero diminuiti i tassi d'interesse e lo spread a seguito degli interventi della Banca centrale europea'', ha detto il premier Mario Monti rispondendo, in commissione alla Camera, ad un deputato leghista che evidenziava il collegamento tra le aste della Bce, dopo le quali le banche avrebbero ricomprato titoli pubblici. Monti ha comunque evidenziato: ''non mi interessa il gioco delle attribuzioni dei meriti, speriamo solo di consolidare i risultati''.

Ma nel suo bollettino mensile, l'Eurotower avverte che la Penisola deve fare i conti con una fiducia delle famiglie piombata ai minimi dall'epoca di Lehman Brothers, con una ripresa in Europa che si preannuncia ''lenta'' e con l'aumento dell'Iva che promette di tenere alta l'inflazione.

Facendo un po' il punto della situazione in Europa, la Bce parte proprio da quel 'fiscal compact', il patto per rendere più stringenti le regole di bilancio europee, ispirato nel nome dal suo stesso presidente Mario Draghi. E' ''un passo nella giusta direzione'', ma serviranno ''progressi verso un'autentica fiscal stability union'', un'Unione fra Paesi che in cambio di solidarietà dovranno cedere sovranità sul bilancio. La stretta assestata ai debiti fuori controllo di mezza Europa (principalmente il Sud) con il 'compact' è stata una buona mossa, agli occhi di Francoforte, combinata con i due maxi-prestiti della Bce che hanno ''contribuito a contenere gli effetti del contagio della crisi del debito sovrano''.

Ora però, pur di fronte alle stime di crescita ribassate per l'Eurozona (fra -0,5% e +0,3% nel 2012) e alla disoccupazione che non promette di migliorare, c'e' l'inflazione che rialza la testa e promette di restare sopra il 2% quest'anno, imponendo a Draghi di cominciare a ragionare sulla 'exit strategy' dalle misure straordinarie dispiegate dal 2008 in poi. I segnali che arrivano dai mercati sono incoraggianti: E ''tra i Paesi dell'area euro, l'Italia ha riportato il maggiore restringimento dei differenziali di rendimento sulle obbligazioni sovrane nonostante il suo declassamento da parte delle tre principali agenzie di rating'', nota la Bce riferendosi al calo dello 'spread' di 166 punti fra fine novembre e inizio marzo. La correzione dei conti pubblici decisa dal governo Monti appena insediato, dopo la manovra correttiva del precedente esecutivo, ha funzionato: ma con alcuni costi, specie per le tasche delle famiglie. La fiducia degli italiani, scrive la Bce, ''si è gradualmente indebolita per riportarsi su livelli analoghi a quelli osservati durante la recessione del 2008-2009'', il post-Lehman Brothers, mentre c'è stato un ''rafforzamento significativo'' della fiducia in Germania e Spagna.

E la manovra del professor Monti, come altrove in Europa, ha i suoi costi anche in termini d'inflazione: in Italia, Irlanda, Cipro, Francia e Portogallo, gli aumenti dell'iva applicati o annunciati avranno secondo la Bce ''un impatto nel 2012 e determineranno il protrarsi delle pressioni al rialzo sull'inflazione nel corso dell'anno''.

Proprio quelle tensioni che sembrano aver tolto, dal dibattito dei consiglieri della Bce, l'ipotesi di ulteriori cali dei tassi mettendo l'obiettivo piuttosto sui futuri rialzi. Con una ripresa che si preannuncia ''modesta'' a fine anno e un ''lieve miglioramento'' nel 2013, Draghi torna così a chiedere riforme strutturali e più concorrenza: unica via per rilanciare la crescita, in un contesto in cui i governi devono consolidare i ''passi avanti'' fatti sulla strada dell'aggiustamento dei rispettivi bilanci.