Mostra conclusiva al Vittoriano


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Italia 150: la celebrazione in numeri

Peluffo, risultato più che eccezionale grazie a italiani logo_150_anni

Circa 70 luoghi della memoria restaurati, 9 memoriali e musei di nuova concezione, 29 mostre ufficiali, 46 libri pubblicati che fanno il punto sugli ultimi trent'anni di ricerca storica, altre 250 pubblicazioni che hanno ottenuto dalla Presidenza del Consiglio il Logo ufficiale.

Quando si stanno per chiudere le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Peluffo a tirare un po' di somme, visitando con la stampa 'Il 150/O si racconta', la mostra conclusiva che è stata inaugurata ieri al Vittoriano e che nel suo percorso ricorda tutte le manifestazioni celebrative.

''Il risultato è più che eccezionale - commenta - ma il merito è molto della domanda arrivata dagli italiani, dai comuni, dalle associazioni, dai cittadini che hanno anche sorpreso le istituzioni con una miriade di iniziative non partite dal centro''.

Oltre 5 mila, spiega Peluffo, le richieste arrivate alla Presidenza del Consiglio per ottenere il logo ufficiale della manifestazione, 2850 i loghi concessi alla fine della selezione. Molto lo spazio dedicato al racconto della nostra memoria, fa notare il sottosegretario, compito affidato ai monumenti che tornano a splendere ma anche ai nuovi musei, come quello della casa natale di Mazzini a Pisa. E grande spazio ai testi, che di quei luoghi della memoria sono un po' il filo rosso, come la costituzione della Repubblica romana esposto al Gianicolo o il discorso su Roma capitale di Cavour a Roma Tiburtina. Tante le ricerche storiche, che hanno fatto luce su pagine del Risorgimento che negli ultimi anni erano state dimenticate.

''Il 150/o - spiega il sottosegretario - è stato dedicato ad un ponte da costruire tra gli studiosi da una parte e lo sforzo della divulgazione dall'altro''. Sforzo riuscito, dice, lo dimostrano le tantissime manifestazioni, la partecipazione delle scuole, ''c'è stato il desiderio di raccogliersi intorno alla memoria comune''. Ora, conclude Peluffo, ''sarebbe bello far proseguire questo lavoro per il museo diffuso della storia d'Italia che speriamo di aprire nel 2061''.