Una persona eccezionale, apprezzato da chiunque lo abbia incontrato per il suo impegno in favore dei poveri e dei meno fortunati. Cosi' viene descritto Claudio Colangelo, 61 anni, il romano rapito insieme a Paolo Bosusco dai maoisti in India. Viaggiare e' la sua passione. Ancora di piu' unire il viaggio ad un impegno di solidarieta'. Per questo Colangelo, ex impiegato in un istituto di ricerca a Roma e ora in pensione, si e' impegnato, negli anni, in vari progetti di volontariato internazionale, a fianco dei medici a cui forniva attivita' di supporto.
E proprio in un resoconto sulla sua esperienza durante il progetto ''Amazon Promise'' in Peru' si descrive come un ''pioniere mancato'' mentre e' anche ritratto in una foto dove spiega l'Hiv ai bambini. Allora era impegnato in una spedizione medica nell'Amazzonia peruviana svolta per l' ''Istituto internazionale di scienze mediche antropologiche e sociali''. E' stata in questa circostanza, che tra l'altro, ha avuto modo di collaborare con l'attuale direttore generale dell'ospedale San Camillo Aldo Morrone. ''E' un viaggiatore instancabile - ha raccontato Morrone - che lavora per dare speranza, salute e dignita' alle persone che vivono nei principali Paesi in via di sviluppo, soprattutto India e America Latina. Credo che anche in India sia andato con questo scopo''.
E in India Claudio Colangelo era andato con la moglie, la quale - a quanto si e' appreso - sarebbe gia' tornata in Italia. Il volontario, che ha una figlia di 32 anni, Valeria, e un figlio di 35 anni, Daniele, si era rivolto a Bosusco per il viaggio in India proprio per la sua passione per la cultura delle tribu' primitive. I due erano partiti il 12 marzo da Puri per un trekking di cinque giorni tra le foreste della regione.
Secondo Morrone, ''era li' perche' voleva studiare alcuni aspetti legati alla situazione di poverta' di quel Paese. Non capisco come possa essere successo: Bosusco ha un'esperienza decennale nel settore. E' una persona che sa 'muoversi'. Entrambi conoscono bene questo tipo di posti e le regole. Colangelo era li' per analizzare il tipo di vita, la situazione dei villaggi, magari nella prospettiva di progetti di sensibilizzazione. Di sicuro non sono stati rapiti inizialmente perche' stavano scattando delle foto e suscitando l'indignazione delle persone sul posto. Il gruppo che li ha rapiti cerca solo visibilita' per porre l'attenzione sulle loro rivendicazioni''.
E ora per la sua famiglia sono ore di angoscia. Nella casa a Rocca di Papa, vicino a Roma, la figlia Valeria ha ricevuto in tarda mattinata la visita del sindaco del paese dei Castelli Romani, Pasquale Boccia. ''Ho portato l'affetto della citta' - ha detto il sindaco - e aspettiamo tutti che quel filo di speranza ci riporti Claudio in Italia. Ho visto lo smarrimento negli occhi della figlia che mi ha chiesto di riferire che la famiglia non se la sente di parlare e attende notizie chiusa nelle mura domestiche''. E solidarieta' e vicinanza alla famiglia di Colangelo e' stata espressa anche dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, dal presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti e dal presidente della Regione Lazio Renata Polverini.