Si cerca un accordo


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Lavoro, scontro su articolo 18

Ai due estremi le posizioni di confindustria e cgil fornero_lavoro_296

E' sul terreno minato dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che si giocano le possibilita' di arrivare ad una sintesi condivisa al tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. Tema che divide le parti sociali e su cui restano distanze con la posizione del governo che vuole una riforma convincente per i mercati. Diverse le possibili opzioni di mediazione tra i due estremi, il pressing di Confindustria per norme ''in linea con l'Europa'' e il no netto della Cgil ad ''ogni riduzione delle tutele fondamentali dei lavoratori''.

Confindustria chiede una limitazione dell'obbligo di reintegro ai soli casi di licenziamento discriminatorio, con un indennizzo per tutti gli altri casi.

La Cgil condivide la necessita' di eventuali misure per accelerare i tempi dei processi del lavoro, oggi troppo lunghi (con un peso in termini di incertezza, per le imprese e per i lavoratori, e di costi), ma nel corso della trattativa ha piu' volte sottolineato che sono strettissimi i margini per andare oltre, con aperture ''minime'' e comunque condizionate dal giudizio sull'intero disegno della riforma, guardando al risultato del confronto anche sugli altri due pilastri, flessibilita' in ingresso e riforma degli ammortizzatori.

In questo quadro, solo per i licenziamenti oggettivamente legati a motivi economico-organizzativi la Cgil potrebbe aprire, al massimo, all'ipotesi di dare al giudice poteri discrezionali (e di decidere per il reintegro o l'indennizzo).

Il Governo, in linea con le posizioni degli industriali, avrebbe voluto limitare l'obbligo del rientro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti discriminatori prevedendo per quelli senza giusta causa o giustificato motivo l'indennizzo economico. A questo punto della trattativa, la mediazione a cui l'esecutivo sta lavorando sarebbe quella di allentare la stretta sui licenziamenti per motivi disciplinari (il punto su cui si sta focalizzando il confronto, nelle ultime ore) affidando al giudice la scelta tra indennizzo e reintegro; mentre per i motivi economici resterebbe solo l'indennizzo.

La Uil, nei giorni scorsi, aveva espresso forte preoccupazione in particolare sul rischio di uno stop all'articolo 18 per i licenziamenti disciplinari, per il rischio di ridurre le tutele sul fronte piu' sensibile nei casi di mobbing. Ed e' sempre su questo punto che arriva l'ultima proposta del leader della Cisl, Raffale Bonanni: sui licenziamenti disciplinari sia il giudice a decidere tra reintegro o risarcimento economico, ma alzando ''l'asticella dell'indennizzo'' e specificando ''le causali nel contratto''.