''Sylva, come Marilyn, è un personaggio in cui il mito del cinema si è incarnato in una immobilità temporale perfetta. Oggi succede qualcosa di irreale: è come se fosse morto il protagonista di un fumetto, o di un quadro''.
E’ il 26 dicembre 1994 e con queste parole Vittorio Sgarbi commenta la scomparsa dell’attrice Sylva Koscina.
L'attrice, nata a Zagabria nel 1934, giunge in Italia a 12 anni, nell'immediato dopoguerra, quando la famiglia si trasferisce ad Ancona. E' a Napoli, dove conclude gli studi liceali e si iscrive alla facoltà di Fisica, che l'avvenente ragazza croata muove i primi passi nel mondo dello spettacolo. Il suo professore di analisi matematica la sceglie come ''bellezza di tappa'', dandole il compito di premiare il vincitore della Tappa del Giro ciclistico d'Italia che si conclude a Napoli.
Le foto del bacio tra la bionda studentessa e Rik Van Stenbergen, asso del ciclismo dell'epoca, finiscono su tutti i giornali e nei cinegiornali, e Sylva Koscina decide di tentare la strada del cinema. La nota Eduardo De Filippo che la sottopone a un provino, senza esito.
Va meglio, pochi mesi dopo, con Pietro Germi, che le affida il ruolo della figlia del protagonista nel suo capolavoro ''neorealista'' “Il Ferroviere''. E' il 1956. L'anno dopo Alberto Lattuada la dirige in ''Guendalina'', consacrandone il successo. La Koscina passa da set a set interpretando molte pellicole del filone della commedia all'italiana. Tra i titoli più noti ci sono ''Nonna Sabella'' (1957) di Risi 'Ladro lui, ladra lei''(1958) di Luigi Zampa,''Giovani mariti'' (1958) di Mauro Bolognini, ''Mogli pericolose'' (1958) di Comencini.
Rinasce il filone del cinema mitologoco e la Koscina recita in ''Le fatiche di Ercole'', ''L'assedio di Siracusa'', ''Le pillole di Ercole''. Dall'epica all'avventura il passo è breve. La Koscina gira tra gli altri ''I sicari'', ''Cyrano e D'Artagnan'', il film in costume ''Il fornaretto di Venezia''.
Sono gli anni '60, l'attrice è ormai un sex symbol dell'Italia spensierata del boom economico e del mito dell'America. I tempi sono maturi per il grande salto nel cinema di Hollywood. Seguita con spasmodica attenzione dalla stampa italiana la Koscina tenta l'avventura americana. Gira un film bellico accanto a Paul Newman (''In qualche luogo lontano dal fronte''), un thriller al fianco di Kirk Douglas (''Morire dolcemente''), e ancora ''Lo spadaccino di Toscana'' con Stewart Granger e ''Hot enough for June'' con Dirk Bogarde.
Non è un gran successo, ma l'esperienza americana contribuisce ad accrescere in Europa il mito di Sylva Koscina. L'attrice lavora a Parigi con Lino Ventura in ''Un panfilo verso Giamaica'', con Belmondo in ''Le distrazioni'', gira tra Turchia e Spagna ''Avventura Istambul'', ispirato al successo di ''Topkapi'', appare nuda su 'Playboy' e il servizio è il primo dedicato ad una protagonista del cinema italiano.
Fellini la vuole accanto alla Masina in ''Giulietta degli spiriti''. Gassman la chiama in un teatro sperimentale romano. La Koscina accetta, ma spiega: ''Per una attrice il teatro deve essere grande, o è meglio non farlo''. E passa alla tv. Ha un ruolo nei ''Promessi sposi'' di Bolchi, in ''Le pecore nere'' con Albertazzi, nei ''Giacobini'' di Zardi.
Quando scoppia lo scandalo del presunto matrimonio messicano con Raimondo Castelli, e la moglie di Castelli denuncia la coppia, l'opinione pubblica si divide tra colpevolisti e innocentisti, come avvenne dieci anni prima con Fausto Coppi e la ''dama bianca''.
Negli anni '80 l'attrice torna al cinema brillante, partecipando ad ''Asso'' di Castellano e Pipolo accanto ad Adriano Celentano e facendo l'ospite d'onore in spettacoli di richiamo come ''Miss Italia''.
Accorta amministratrice della sua immagine, nonché del suo aspetto fisico, la Koscina non si arrende al passare degli anni, e rimane comunque sulla cresta dell'onda. Diventa una delle ospiti più richieste delle trasmissioni televisive, partecipa a salotti tv, rilascia interviste ai giornali. Il tema dei suoi interventi, delle sue opinioni è invaribilmente uno, la bellezza, della quale è stata fascinosa e instancabile ambasciatrice attraverso un quarantennio.
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