Approvata riforma ‘salvo intese’


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Ddl sul lavoro, tutte le novità

‘Tutele più eque e no reintegro’ monti_parlamento_296

Il ddl è stato varato con la formula "salvo intese", dopo 5 ore e mezza di discussione. Questa è una riforma, afferma Palazzo Chigi in una nota, "lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall'Europa, e per questo discussa con le parti sociali" per realizzare "un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo".

Queste le novità introdotte nella riunione del Consiglio dei ministri.

ARTICOLO 18: Indennizzo fino a 27 mensilita' o reintegro nei casi gravi per i licenziamenti disciplinari ed estensione dell'articolo 18 a tutte le imprese, anche quelle sotto i 15 dipendenti. Sono questi alcuni dei pilastri portanti della riforma del mercato del lavoro, per quanto riguarda l'articolo 18.

- Licenziamenti discriminatori - Le conseguenze restano quelle dell'attuale articolo 18, condanna del datore di lavoro qualunque sia il numero di dipendenti occupati a reintegrare il dipendente al posto del lavoro e a risarcire i danni retributivi (con un minimo di 5 mensilita'), nonche' a versare i contributi previdenziali e assistenziali in misura piena. Il dipendente puo' chiedere al datore di lavoro, al posto del reintegro, il pagamento di un indennita' pari a 15 mensilita'. La tutela nei confronti del licenziamento discriminatorio resta quindi "piena e assoluta".

- Licenziamenti disciplinari - E' previsto un indennizzo o il reintegro. Il giudice puo' decidere tra il reintegro nei casi gravi (oltre al risarcimento dei danni retributivi entro un massimo di 12 mensilita') o un'indennita' tra le 15 e le 27 mensilita' a seconda dell'anzianita' del lavoratore.

- Licenziamenti per motivi economici - La norma prevede un risarcimento economico che va da un minimo di 15 mensilita' a un massimo di 27 mensilita' dell'ultima retribuzione. E' fatta salva la facolta' per il lavoratore di provare che il licenziamento e' stato determinato da ragioni discriminatorie o disciplinari, nei quali casi il giudice applica la relativa tutela.

Arriva il rito abbreviato "per le controversie in materia di licenziamenti" con l'obiettivo di ridurre i costi indiretti del licenziamento stesso. L'impianto della norma resta lo stesso di quello deciso dall'esecutivo lo scorso martedì, compresa la regolamentazione dei licenziamenti per motivi economici, per i quali è previsto solo un'indennizzo enon il reintegro sul posto di lavoro deciso dal giudice.

AMMORTIZZATORI SOCIALI: L'assicurazione sociale per l'impiego (Aspi), la nuova indennità di disoccupazione che entrerà in vigore il prossimo anno, è estesa ai giovani e agli apprendisti. Arriva poi un fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori nei settori non coperti dalla cassa integrazione straordinaria.

QUOTE ROSA: Via libera alle cosiddette 'quote rosa' nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni con l'obiettivo del "potenziamento dell'accesso delle donne alle posizioni di vertice". BONUS-MALUS AZIENDE: Quelle che stabilizzeranno avranno dei premi, al contrario delle aziende che utilizzeranno forme contrattuali precarie.

DIMISSIONI IN BIANCO: Nella riforma sono previste norme di contrasto alla pratica con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore, nonchè il rafforzamento (con l'estensione sino a tre anni di età del bambino) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri.

PENSIONI: Le aziende potranno stipulare accordi con i sindacati per incentivare l'esodo dei lavoratori anziani, con costi a carico dei datori di lavoro.

CONGEDO PATERNITA': La riforma introduce l'obbligo del congedo di paternità. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, in collegamento video con un convegno a Milano ha sottolineato che ci sarà presto una sperimentazione "per qualche giorno".

APPRENDISTATO: Considerato il "trampolino di lancio" nel mondo del lavoro, il nuovo apprendistato avrà una durata minima di sei mesi, ferma restando la possibilità di durate inferiori per attività stagionali. Innalzato il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati, che passa dall'attuale 1/1 a 3/2. Previsto, inoltre, un meccanismo che collega l'assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale, pari al 50%, nell'ultimo triennio.