Le più votate al martirio kamikaze


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Le donne del Pkk

Rappresentano il 18% di tutti i militanti del Pkk, il movimento politico clandestino armato dichiarato terrorista non solo dalla Turchia, ma anche da Usa e Ue. Combattono, e muoiono, per uno stato sovrano del Kurdistan. Ma A spingerle alla lotta, secondo un Rapporto della polizia turca, sono pressioni familiari, matrimoni precoci e minacce di delitti d'onore d

Le incursioni del governo turco contro i ribelli curdi non sono mai cessate e, anzi, negli ultimi tempi si sono intensificate. E’ di queste ore la notizia della morte di una quindicina di donne curde, probabilmente guerrigliere del Pkk (movimento politico clandestino armato attivo, sostenuto dalle masse popolari prevalentemente agricole del sudest della Turchia, n.d.r), uccise dalle forze di sicurezza nelle campagne della provincia di Bitlis. Vanno ad aggiungersi a un lungo elenco di combattenti cadute ‘sul campo’. Il Pkk, infatti, stando a un dossier governativo del 2010, è il gruppo terroristico che annovera il maggior numero di donne. Sono una su cinque e sono le più votate al martirio kamikaze al mondo. E, secondo un profilo tracciato in un rapporto della polizia pubblicato a gennaio, spesso scelgono la via dei monti per sfuggire all'oppressione maschile.

Sono donne il 18% di tutti i militanti del Pkk, dichiarato terrorista non solo dalla Turchia, ma anche da Usa e Ue. Tra il 1996 e il 2010, il 55% degli attentati dinamitardi suicidi del Pkk sono stati compiuti da una donna: una percentuale molto piu' alta di qualsiasi altra organizzazione terroristica al mondo.

Il reclutamento delle kamikaze, secondo una sintesi del Rapporto pubblicata sul sito del quotidiano Zaman insieme alla recensione di un libro che citava il dossier del 2010, inizio' nel 1996, dopo che il Pkk aveva incontrato difficolta' ad arruolare uomini. La maggior parte delle kamikaze sono entrate nella formazione dopo la cattura del suo leader, Abdullah Ocalan, avvenuta nel 1999.

Le terroriste vengono ingaggiate a partire anche dai 15 anni soprattutto dalle province orientali e sud-orientali del paese, quella a maggioranza curda. A spingerle alla lotta, secondo il Rapporto, sono pressioni familiari, matrimoni precoci e minacce di delitti d'onore.

Nel libro citato da Zaman, dal titolo "Simboli, attori e donne nel Pkk" e firmato dall'esperto di sicurezza Necati Alkan, vi sono 20 lunghe interviste a terroriste di lungo corso che fra l'altro sostengono di aver aderito alla formazione terrorista attratte dallo slogan "Liberare le donne, liberare il Kurdistan".

Da documenti sequestrati nell'ambito di un'indagine sul Kck, l'ala urbana del Pkk, e trapelati nell'ottobre scorso, e' emerso che l'organizzazione terroristica progettava di coinvolgere in una manifestazione a Istanbul militanti donne, facendone finire una sotto un blindato della polizia.