Medici senza Frontiere in piazza


Stampa

Prima la vita, poi il profitto

Milioni di persone dipendono dai farmaci generici f

di Bianca Biancastri

“Fermare gli attacchi ai farmaci generici e anteporre al profitto la vita di milioni di persone in tutto il mondo”. Questa la richiesta di Medici senza Frontiere che ha lanciato da Roma la mobilitazione internazionale “Prima la vita, poi il profitto” con un sit-in di protesta davanti al Parlamento. Una mobilitazione che nelle prossime settimane toccherà città come Parigi, Londra e Stoccolma.L’iniziativa avviene alla vigilia della sentenza della Corte Suprema indiana, chiamata a esprimersi a favore o contro la casa farmaceutica Novartis. L’organizzazione umanitaria è preoccupata che la causa possa avere gravi conseguenze sull’accesso a farmaci generici di qualità a basso costo per le persone nei Paesi in via di sviluppo.


La produzione di farmaci generici indiani, secondo Medici senza Frontiere, è sotto un fuoco incrociato. Nei negoziati sugli accordi di libero scambio tra Unione Europea e India, l’Unione Europea cerca da anni di introdurre severe limitazioni alla capacità dell’industria dei farmaci generici indiani di produrre medicinali salva-vita a prezzi concorrenziali, rispetto a quanto richiesto dalle regole del commercio internazionale. L’organizzazione umanitaria fa affidamento ai farmaci a basso costo prodotti in India per curare più di 160mila persone sieropositive nei Paesi in via di sviluppo e per i trattamenti per malaria e tubercolosi. L’India è anche la fonte dell’80% dei farmaci anti-retrovirali acquistati da donatori come il Fondo Globale. Quest’ultimo si trova oggi ad affrontare una grave crisi di finanziamenti perché i paesi donatori stanno riducendo progressivamente il loro sostegno per la lotta all’Aids. L’Italia non paga le sue quota ormai dal 2009, spiega Msf.

 

L’India, spesso chiamata la farmacia dei Paesi in via di sviluppo, è diventato il Paese produttore chiave di farmaci a basso costo perché fino al 2005 non concedeva brevetti sui farmaci, consentendo alle aziende produttrici di generici di produrre liberamente versioni più economiche di farmaci brevettati altrove. L’agguerrita concorrenza tra i produttori ha ridotto ulteriormente i prezzi: il trattamento anti-retrovirale (contro l’Aids) per una persona costava 10mila dollari all’anno nel 2000, oggi invece costa poco meno dell’1% di tale cifra.


New Delhi nel 2005 ha dovuto cominciare a concedere i brevetti sui farmaci a causa dei suoi obblighi in qualità di membro dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). In questo modo doveva essere annullata la concorrenza tra produttori di generici e le aziende che per prime hanno prodotto il farmaco sotto brevetto. Tuttavia l’India ha deciso che solo i farmaci che mostrano un miglioramento dell’effetto terapeutico rispetto a quelli già esistenti meritano un brevetto.Un modo per ostacolare le compagnie farmaceutiche nell’estendere ripetutamente il periodo di 20 anni di durata del brevetto introducendo solo piccole modifiche o migliorie. In base a questa normativa la Commissione indiana sui brevetti ha respinto il brevetto che la società farmaceutica Novartis aveva richiesto per un farmaco contro la leucemia perché basato su un composto già in commercio. La Novartis ha quindi portato il governo indiano in tribunale, contestando non solo la negazione del brevetto ma la normativa che ha costituito la base della decisione. Nell’agosto del 2007, la Corte Suprema di Madras si è pronunciata contro la Novartis che ha tuttavia continuato ad appellarsi. Ora si attende la decisione della massima istanza giudiziaria indiana, la Corte Suprema. Una eventuale revoca della normativa indiana, secondo Medici senza Frontiere, porterebbe a una maggiore diffusione del sistema dei brevetti in India, limitando fortemente la produzione di farmaci generici a prezzi più accessibili.

 

“Se si mettono ulteriori ostacoli alla produzione dei farmaci generici, milioni di persone non avranno più accesso a questo tipo di farmaci”, sottolinea Konstantinos Moschochoritis, direttore generale di Msf.