Gli interessi di Pechino in Italia


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Occhi cinesi sui Btp

Dopo un periodo di stand-by il Dragone torna a investire yuan_296

Dopo un periodo di stand-by degli investimenti cinesi in Italia ieri dal presidente Hi Jintao è arrivato un segnale di ripresa dell'interesse verso la patria di Marco Polo. Da diversi anni il Bel Paese continua ad attrarre capitali cinesi oggi favoriti anche da uno yuan forte.

- OCCHI SUI BTP - Con l'allentarsi della tensione sui titoli di stato italiani è possibile che la Cina aumenti la quota di bond dopo che nei mesi di maggiore tensione ha scelto di restare alla finestra. Al momento la Cina ha in portafoglio il 4% dei titoli italiani pari a poco più di 64,6 miliardi di euro, cioè una quota del 17% del complesso dei titoli dell'eurozona in mano a Pechino.

- INTERSCAMBIO COL DRAGONE - In questi anni di crisi la Cina è sempre stato un Paese che ha dato soddisfazione all'economia italiana. Dal 2007 le esportazioni sono sempre aumentate più delle importazioni. Lo scorso anno il disavanzo commerciale ha segnato un miglioramento passando da 20,1 a 19,3 miliardi. Secondo i dati elaborati dall'ICE (istituto per il commercio estero) nel 2011 l'Italia ha esportato verso la Cina beni per oltre 10 miliardi di euro con un incremento del 16,2% rispetto al 2011. Le importazioni sono aumentate dell'1,8% passando da 28,7 miliardi a 29,3 miliardi.

- PARTECIPAZIONI CINESI - Dal gruppo Ferretti alla Sergio Tacchini sono diverse le partecipazioni e le acquisizioni cinesi di aziende italiane. A gennaio scorso il 75% del gruppo Ferretti famoso per i super yacht è passato in mano al gruppo cinese Shandon Heavy Industry Group-Weichai. La Way-Assauto fondata nel 1906 è ora in mano del gruppo multinazionale cinese Cijan Group. Ed è dal 2007 che la Sergio Tacchini è in mano alla Hembly International Holding quotata alla borsa di Hong King ma con capitali cinesi. In generale, secondo i dati di Invitalia (società in house del Ministero dello sviluppo economico guidata da Domenico Arcuri) attualmente sono 75 le imprese italiane partecipate da società cinesi delle quali 92% controllate, 5% con partecipazione minoritaria, 3% con partecipasioen apritaria. I gruppi cinesi più attivi sono Huawei, Haier, Zoomlion.