di Monica Moretti
In Italia 23 comuni sono 100% rinnovabili, producono cioè più energia pulita di quella che effettivamente serve ai cittadini. Mentre impianti da fonti rinnovabili (elettrici, termici, idroelettrici o geotermici) sono presenti nel 95% dei comuni. E' quanto emerge dal Rapporto Comuni rinnovabili 2012 di Legambiente, realizzato con il contributo di Gse (il Gestore servizi energetici) e Sorgenia. “E’ importante sottolineare – si legge nel rapporto – che non sono solo i piccoli comuni a mostrare risultati importanti raggiunti in poco tempo grazie alle nuove fonti rinnovabili”, ma anche di realtà medio-grandi, come Treviso (82mila abitanti), Isernia (22mila), Lecce (95mila), Agrigento (59mila).
Poi ci sono i fiori all’occhiello, come il Comune di Varna (Bolzano), uno dei tre premiati Legambiente 2012, insieme al Comune di Vicchio (Firenze) e alla Provincia di Roma, che è riuscito a sviluppare cinque fonti rinnovabili differenti. Varna copre i fabbisogni elettrici dei propria abitanti attraverso 66 impianti fotovoltaici, un piccolissimo impianto mini idroelettrico e uno a biogas. L’energia termica, per il riscaldamento il case e acqua, è invece prodotta da un impianto a biomasse e distribuita attraverso una rete di teleriscaldamento.
Cambia lo scenario energetico italiano
"La diffusione delle rinnovabili sta cambiando lo scenario energetico del nostro Paese con velocità e risultati impensabili" dice il vicepresidente di Legambiente, Zanchini.
La crescita dei Comuni dotati di impianti puliti è stata costante nel tempo (si è passati da 3.190 nel 2008 a 7.896 nel 2012), ma “significativo – si legge nel rapporto – è che aumenti la diffusione di tutte le fonti”. Anche se l’Italia continua ad importare oltre il 93% delle fonti fossili utilizzate per produrre energia, la diffusione del solare fotovoltaico permette oggi di produrre 12.749 megawatt, ossia 0,211 kilowatt per abitante, ponendoci al secondo posto in Europa, dietro la Germania. Mentre più indietro è la produzione del solare termico, non tanto in termini di metri quadri di pannelli solari presenti sui tetti di case ed edifici pubblici, quanto in rapporto al numero di abitanti. I Comuni con impianti eolici sono passati da 118 nel 2006 ai 450 attuali, quelli con mini idroelettrico da 40 a 1.021, quelli a biomassa da 32 a 1.140, quelli con geotermia, infine, da 5 a 334. In totale, calcola Legambiente, sono circa 400mila gli impianti ad energia rinnovabile distribuiti lungo tutta la Penisola.
Costi dell’energia più bassi e posti di lavoro
La diffusione delle energie pulite ha portato ad alcuni risultati “significativi”, scrive l’associazione ambientalista: "la riduzione della produzione da impianti termoelettrici (quelli più inquinanti)", "la diminuzione delle importazioni fossili dall'estero", e la "diminuzione del costo dell'energia nel mercato elettrico", perché la produzione degli impianti a rinnovabili, "taglia fuori l'offerta delle centrali più costose". Da non sottovalutare, infine, in periodo di crisi, la crescita degli occupati nel settore: "100mila nuovi posti a cui se ne potrebbero aggiungere 250mila nelle energie pulite e 600mila nel comparto efficienza e riqualificazione energetica".
Legambiente: bando ai ritardi, servono i decreti
Per favorire un’ulteriore diffusione delle energie pulite, Legambiente chiede ora al governo di emanare i decreti attuativi di incentivo alle rinnovabili (fotovoltaico escluso), previsti dal decreto legislativo 28/2011, senza "ulteriori e incomprensibili ritardi" e di “spingere” la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Importanti, inoltre, sarebbero “regole semplici e trasparenti per l’approvazione di progetti da fonti rinnovabili”.