Dal laboratorio al giardino


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Orologio biologico, in natura è un'altra cosa

Un esperimento unico realizzato da ricercatori italiani e britannici ha prodotto risultati sorprendenti, che hanno modificato conoscenze scientifiche consolidate sul ritmo circadiano r

Un esperimento unico, svolto contemporaneamente in un giardino inglese e in uno italiano, ha prodotto risultati sorprendenti, che hanno modificato conoscenze scientifiche consolidate sul ritmo circadiano, guadagnandosi le pagine di 'Nature'. Protagonista dello studio, firmato da ricercatori delle Università di Padova e dei colleghi di Leicester, sono i moscerini della frutta da Nobel (Drosophila melanogaster), il cui comportamento nell'arco delle 24 ore era stato 'fotografato' da 40 anni di ricerche, ma solo in laboratorio. Ebbene, il passaggio in un ambiente naturale ha scardinato le conoscenze accumulate fino ad ora, spiegano i ricercatori del team di Rodolfo Costa e Bambos Kyriacou.

Lo studio dei ritmi circadiani della Drosophila melanogaster è importante perché lo stesso ritmo di 24 ore si ritrova in quasi tutti gli organismi, la base genetica è la stessa tra insetti ed esseri umani, e molti problemi di salute hanno una componente ritmica: dai disturbi del sonno, all'impatto dei turni di lavoro sul corpo, al fuso orario, fino alle patologia cardiovascolari. Per la ricerca Bambos Kyriacou, professore di Genetica del comportamento presso la University of Leicester, ha trasformato il suo giardino in un 'laboratorio', usando lo spazio gioco dei bambini come centro sperimentale. Lo stesso ha fatto Stefano Vanin nel suo giardino a Treviso. "Il moscerino della frutta è una sorta di 'cavallo di battaglia' per la ricerca genetica sugli organismi superiori", spiega Kyriacou.

Ll'insetto è stato un modello "per comprendere come funziona il ritmo circadiano nelle 24 ore e come agiscono i geni che controllano questi 'bioritmi'". Ma se ormai conosciamo tutti i dettagli dell'orologio biologico del moscerino, questo lavoro è stato fatto in laboratorio, in condizioni artificiali, con temperatura costante e una luce che si accende improvvisamente la mattina e si spegne di colpo durante la notte. Qualcosa di molto diverso dalla vita reale.

Lo studio nei giardini "ha fatto qualcosa di diverso. Monitorando i ritmi comportamentali dei moscerini insieme alle variazioni di temperatura, sole, luna, umidità in un ambiente caldo (italiano) o freddo e umido (britannico), siamo stati in grado di vedere esattamente come reagiscono gli insetti al mutare dei livelli di luce all'alba e al tramonto, e ai cicli di temperatura durante il giorno".

"I risultati - dicono gli studiosi - sono stati sorprendenti". In sintesi, gli insetti non fanno quello che avrebbero dovuto fare in base agli schemi disegnati in laboratorio. "Invece di concedersi una siesta a metà giornata, sono diventati più attivi, invece di mostrare cicli ritmici difettosi, hanno mostrato di adattarsi bene alle variazioni, e anzichè anticipare l'alba come fanno in laboratorio, hanno semplicemente reagito ai livelli di luce mutevoli durante il crepuscolo".

In altre parole, in natura non tutto quello che è stato descritto al chiuso del laboratorio si è rivelato vero. Una scoperta importante per la cronobiologia, spiegano gli autori: dimostra che il cervello non è sempre costretto ad anticipare i cambiamenti ambientali, ma può semplicemente reagire ad essi. "Non solo: lo studio di organismi in ambienti più naturali è importante perché può essere applicato anche al benessere degli animali stessi. Ad esempio: fornendo ambienti più naturali agli animali allevati in casa, possiamo migliorare la loro salute e il benessere", conclude Kyriacou.