Sempre più 'fai da te'


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La pausa pranzo ai tempi della crisi

I buoni pasto? Usati per fare la spesa p

Vecchie abbuffate addio, la crisi mette a dieta gli italiani, a casa e in ufficio. Se il menu tipico mediterraneo si assottiglia di pari passo con il portafogli, ecco che si afferma una nuova tendenza: cibi low cost o fai da te, consumati spesso tra pc, fax e fotocopiatrici, la fanno ormai da padrone. La tendenza e' certificata dall'Osservatorio nazionale di Federconsumatori, i cui dati parlano chiaro: l'aumento dei prezzi in bar e nei punti di ristoro self service e' stato in media di oltre il 3% rispetto allo scorso anno (in media si spendono per il pranzo 12,70 euro al giorno) e un italiano su due (il 53% secondo una recente ricerca di 'Occhio al trend') si porta il pasto da casa.

"Il potere d'acquisto e' sceso a livelli infimi - spiega all'Adnkronos il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti - e anche la spesa per la pausa pranzo ne risente: la forte contrazione dei consumi ha cambiato l'approccio dei lavoratori rispetto alla pausa pranzo. Molti si portano il pranzo da casa oppure mangiando molto meno di quanto si faceva prima". Ma allora i buoni pasto dove finiscono? Facile: nei carrelli della spesa. I ticket restaurant, erogati dalle aziende che non hanno un servizio mensa ai propri dipendenti, vengono utilizzati per fare acquisti nei supermercati.

Dalle insalate gia' pronte alle paste fredde, dai contorni alla frutta, ma anche yogurt, tramezzini, panini e pizzette. Se i piu' pigri ricorrono all'aiuto delle mogli, i piu' volenterosi si attrezzano per risparmiare. E chi non riesce a trovare il tempo di prepararsi il pranzo a casa, va a caccia di bar e ristoranti con i menu piu' economici.

Secondo Federconsumatori, un pasto tipo (acqua, piatto di pasta, macedonia e caffe') consumato in un bar/self service puo' arrivare a costare 12,70 euro al giorno, per un totale di 279,40 euro al mese, ben il 130% in piu' rispetto al 2001. Alla batosta finale ci ha pensato l'aumento dei prezzi del carburante, che ha avuto ricadute a catena. "Mentre diminuiscono i consumi alimentari i prezzi continuano, quindi, a crescere, anche sull'onda del caro carburanti - spiega Trefiletti - Aumenti gia' ampiamente visibili e che, per di piu', sono destinati a peggiorare e ad aggravarsi ulteriormente sulla spinta della crescita del prezzo delle materie prime nel settore agroalimentare, di oltre il 5%".

L'importante comunque e' non rinunciare alla pausa. "Effettivamente una cosa importante e' quella di staccare comunque dal lavoro - spiega Trefiletti - e poter utilizzare il tempo della pausa pranzo per uscire dal lavoro".

"La stessa pausa pranzo pur essendo in contrazione sta aumentando - aggiunge - Dall'anno scorso abbiamo calcolato che aumenta di circa il 3 per cento".