di Maurizio Iorio
La primavera araba ha portato venti di democrazia sulla costa mediterranea dell’Africa, dove da decenni il potere è stato concentrato nelle mani di dittatori, militari o presidenti di regimi finto-parlamentari. Le rivolte (Tunisia, Egitto) e le guerre (Libia) hanno avuto l’effetto collaterale di disincentivare il turismo estero che, soprattutto nei primi due, rappresenta una quota consistente del pil. Il neo-ministro tunisino del turismo, Elyes Fakhfakh, durante un incontro con la stampa italiana a Tunisi, ammette il vistoso calo dei flussi nel 2011: complessivamente il 30% in meno rispetto al 2010, percentuale che sale al 65% per gli italiani. Da 500.000 (nel 2008) si sono ridotti a 130.000. “Questo decremento è stato causato dalla crisi economica mondiale, ma anche dalla instabilità politica interna” – afferma il ministro. “Il 2011 è stato un anno difficile, ma contiamo di recuperare in fretta. Gli italiani hanno rinunciato per via della rivoluzione (dei “gelsomini”, ndr) ed anche i flussi migratori dei tunisini verso Lampedusa hanno creato problemi. Adesso, dopo la fine del conflitto libico, la situazione è molto migliorata”.
Momento storico eccezionale
“La Tunisia sta vivendo un momento storico eccezionale”, - continua Fakhfakh - “arrivato dopo decenni in cui c’è stato un regime che limitava le libertà personali ed inseguiva un modello economico sorpassato”. Il 14 gennaio dell’anno scorso è stato cacciato Ben Alì, e ad ottobre si sono tenute libere elezioni, che hanno portato alla formazione di un governo provvisorio di coalizione, formato da una troika composta dal partito islamico Ennahda e dai i due partiti progressisti, il Ctr e l’Ettakatol. L’attuale parlamento ha il compito di scrivere la nuova costituzione. Poi, nel 2013, si tornerà di nuovo al voto.
I nuovi piani di sviluppo
Il 15% della popolazione gravita intorno al turismo – ha detto Fakhfakh - e nel 2012, secondo le previsioni, avremo un + 51% rispetto al 2011. Contiamo di arrivare a -10% rispetto al 2010. La Tunisia ha un notevole patrimonio archeologico-culturale, ma finora ha puntato tutto sulla balneazione…
”E’ vero, l’80% del nostro turismo è balneare, ma contiamo di promuovere molto il turismo archeologico e l’entroterra”.
Gli investimenti saranno pubblici o privati?
“Sia pubblici, nella promozione, che privati. Questi ultimi arriveranno soprattutto dall’Europa e dal Medio Oriente. Adesso, dopo la rivoluzione, contiamo di far godere i frutti del turismo a tutto il Paese.
Sono previsti incentivi per gli operatori italiani?
“Sì, soprattutto per i nostri clienti classici, Italia, Germania e Francia”.
La Tunisia è il 2° paese al mondo per la thalassoterapia. Punterete anche sul wellness?
“Sì, la talassoterapia è un nostro punto di forza, ma contiamo di sviluppare anche il turismo congressuale. La vostra Fiavet si riunirà qui in Tunisia a ottobre”.
La paura dell’Islam e l’emigrazione clandestina
Uno dei motivi di preoccupazione dei governi occidentali e dei turisti è la forte affermazione delle formazioni islamiche. Com’è la situazione adesso in Tunisia?
“ La Tunisia non è l’Egitto, qui l’Islam ha una storia che parte dal XIV secolo, la sua teologia è moderata e riformista. Non c’è nessuna incidenza musulmana nel turismo, che va salvaguardato. Ci sono gruppi ortodossi che hanno una visione diversa dalla nostra, ma devono rispettare la legge, perché noi siamo un paese di diritto”.
Uno dei problemi è l’emigrazione clandestina…
“Per combattere l’emigrazione dobbiamo creare nuovi posti di lavoro, dare una speranza ai nostri giovani. Nel 2011 ci sono stati molti problemi, perché le frontiere algerina e libica erano chiuse, e da noi si sono rifugiati circa 800.00 profughi libici, ai quali le famiglie tunisine hanno dato un grande aiuto. Adesso sono solo 5-6000, quindi la situazione si è praticamente normalizzata .
L’accordo con l’Italia
La Tunisia firmerà un accordo con il ministero del turismo italiano. In che consiste? “Ci sarà un’offerta di prodotti combinati Italia-Tunisia per i mercati dell’estremo Oriente: Cina, Giappone e Corea del sud. E’ previsto anche lo sviluppo del turismo crocieristico, che interesserà la Valletta, la Sicilia, e La Goulette (l’avanporto di Tunisi, ndr). Inoltre scambieremo tecnologia per la valorizzazione del patrimonio culturale ed archeologico”.