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2 gennaio

Debutta 'L'olandese volante' di Wagner, il 'profeta' mormone Young è arrestato per poligamia, a Glasgow, 66 morti per ressa nella partita Rangers-Celtic, muore l'attore Renato Rascel

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Detto anche l'Airone,oltre che il Campionissimo, è stato protagonista indiscusso dell’epoca d’oro del ciclismo ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. Eccellente passista e scalatore, era molto forte anche in volata, risultando un corridore completo e adatto a ogni tipo di competizione su strada, nonché campione di ciclismo su pista. Leggendaria la sua rivalità con Gino Bartali, che ha diviso l'Italia nell'immediato dopoguerra. E’ stato protagonista anche delle cronache scandalistiche per la relazione extraconiugale avuta con Giulia Occhini, sposata a sua volta e diventata famosa con il soprannome di "Dama Bianca", conferitole da un giornalista francese in occasione  della vittoria di Coppi al Campionato del mondo, per via del colore del cappotto che indossava, un montgomery per l’appunto bianco. I due hanno subito un processo in quanto ‘pubblici peccatori’. Le imprese e le tragiche circostanze della morte di Fausto Coppi ne hanno fatto un'icona della storia sportiva italiana. A quasi cinquant'anni dalla scomparsa, la sua popolarità resta immutata.

Fausto Coppi nasce a Castellania (Alessandria) il 15 settembre 1919.  A tredici anni si impiega come garzone in una salumeria di Novi Ligure. Nasce qui l’amore per la bicicletta. Fa la spola fra Novi e Castellania e viene segnalato a Biagio Cavanna, che gestisce una scuola di ciclismo e gli insegna il mestiere.

Nel 1940, al suo esordio al Giro d’Italia, vince fra la sorpresa generale. Ha 21 anni, e poco dopo è chiamato sotto le armi. Il 7 novembre 1942 stabilisce il record mondiale dell’ora, 45, 798 km, che durerà fino al 1956. Nel 1946, ingaggiato dalla Bianchi, vince la Milano-San Remo. L’anno dopo, il suo secondo Giro d’Italia. Inizia a guadagnare moltissimo. Ha le gambe lunghe e sottili, il torace ampio e lo sterno sporgente come un uccello. Sembra fatto apposta per completare la bici. Ma è, soprattutto, un eroe accessibile. Come scrive Gianni Brera, fa parte ‘della razza dei contadini che diventano toreri, o ciclisti o pugili famosi (…) senza mai riuscire a liberarsi da quel loro peccato originale, dai secoli di miseria e di umiliazione’. Per questo l’Italia spera per lui. E lui rivoluziona il sistema di preparazione del ciclismo agonistico.

È attento a ogni particolare, si allena con precisione e costanza e nel 1949 vince tutto: la Milano-San Remo, i giri di Romagna, del Veneto e di Lombardia, il campionato italiano su strada e quello mondiale d’inseguimento. Ma soprattutto compie una delle più clamorose imprese di tutti i tempi: l’accoppiata Tour de France e Giro d’Italia. Ripete la stessa impresa nel 1952, e nel 1953 vince il Giro d’Italia per la quinta e ultima volta. La sua carriera finisce qui,  nello stesso anno in cui lascia la moglie e va a vivere con Giulia Occhini, ‘la dama bianca’, sposata con un medico e madre di due figli e dalla quale ha il figlio Faustino, che ha potuto vedersi riconoscere il cognome del padre solo nel 1978. 

Il 10 dicembre 1959 parte per Ougadougou, nell’Alto Volta, dove partecipa a battute di caccia. Muore a Tortona il 2 gennaio del 1960 per una febbre malarica non riconosciuta.

Coppi era un grande appassionato di calcio, e oltre a tifare per l'Alessandria aveva simpatia per le due squadre genovesi Genoa e Sampdoria, avendo vissuto per quasi dieci anni a Genova Sestri Ponente, dove si era sposato con Bruna Ciampolini nel 1945. Spesso era ospite in tribuna allo stadio Luigi Ferraris. Diverse volte si cimentò in derby calcistici di beneficenza a Genova e Milano.



Il 2 gennaio nella storia

1843. Prima de 'L'olandese volante' di Richard Wagner 1872. Negli Usa, il 'profeta' mormone Young è arrestato per poligamia (25 mogli) 1971. Glasgow, partita di calcio Rangers-Celtic: 66 morti per ressa 1991. Muore l'attore Renato Rascel

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.