Yara Gambirasio, Elisa Claps, Stefano Cucchi e ora Enrico De Pedis. Sono molti i casi difficili che Cristina Cattaneo, una delle antropologhe forensi più famose d'Italia, si è trovata ad affrontare. Casi di cui le cronache parlano per mesi, a volte per anni.
A coordinare il lavoro degli esperti incaricati di eseguire le verifiche sui resti del boss della banda della Magliana nella chiesa di S.Apollinare, c'era proprio lei: occhi chiari, sorriso aperto, e una lunga lista di titoli.
Cattaneo è professore Associato della Facoltà di Medicina e Chirurgia all'Università di Milano; è direttore del LabAnOf, il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Istituto di Medicina Legale e delle Assicurazioni dell'Università di Milano di cui è stata co-fondatrice; ha alle spalle una laurea in Scienze Biomediche, master in Osteologia, Antropologia, Archeologia Funeraria e Paleopatologia; un dottorato in Scienze; una laurea in Medicina e Chirurgia e una specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni.
E' stata consulente tecnico d'ufficio e perito per i Tribunali di Milano, Lecco e Lecce in casi di disastri di massa, per casi di occultamento di cadaveri in reati di criminalità organizzata, e per oltre 50 casi di resti umani rinvenuti nel territorio di Milano.
Nata a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, il 18 gennaio 1964, una passione per la danza, coltivata da ragazza, e per il violoncello, ha al suo attivo anche diversi libri, tra cui ''Certezze provvisorie'', ''Turno di notte'', ''Morti senza nome''. Titoli che, senza mai cadere nel macabro, ruotano attorno a quello che è l'oggetto del suo lavoro: la morte, che ha sorpreso quelle che lei chiama ''le vittime del male''.
E' stata lei a guidare l'equipe di anatomopatologi e medici legali per l'esame autoptico sul corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra trovata morta a Chignolo d'Isola nel febbraio 2011. L'anno prima era entrata nel caso di Elisa Claps, la ragazzina scomparsa a Potenza nel 1993, il cui corpo è stato rinvenuto nella chiesa della Santissima Trinità 17 anni dopo. E sempre lei, insieme a Marco Grandi, guida il pool di esperti a cui la terza corte d'assise di Roma ha affidato, pochi giorni fa , l'incarico di stabilire la causa della morte di Stefano Cucchi, il giovane di 31 anni fermato a Roma il 15 ottobre 2009 per droga, morto una settimana dopo all'ospedale 'Sandro Pertini' e sul cui corpo sono state trovate numerose lesioni.