Sorride, il presidente dell’Associazione dei Comuni italiani, Graziano Delrio, quando gli si chiede di parlare della nuova imposta sulle case, l’Imu. Poi però il senso di fastidio lascia il posto alla funzione di ascolto, che di solito si incarna in un primo cittadino. E lui lo è, di Reggio Emilia.
Come state organizzando voi sindaci questa Imu?
Noi stiamo seguendo una legge dello Stato, quindi noi non stiamo organizzando niente. Stiamo solo cercando di far notare che va revisionata immediatamente: dopo la prima rata, dovrà essere rivista, perché è un enorme pasticcio.
Sulla digitalizzazione della P.A. secondo lei invece c’è più chiarezza?
In questo campo stiamo lavorando bene. Il governo ha fatto un bel programma, un bel percorso. Credo che sia ora, anche qui, di raccogliere tutte le innovazioni già presenti sul territorio, già sperimentate, metterle a sistema, dargli forza in un progetto organico. Bisogna che alcuni obiettivi, come la carta d’identità elettronica e la connessione alle banche dati, la de materializzazione degli atti amministrativi, possano essere raggiunti nel giro di pochi mesi.
Non crede che questo progetto, così ambizioso, finisca per accentuare il divario tra Nord e Sud, e dando luogo a un’Italia a due velocità?
No, al contrario. Penso che l’investimento sulle tecnologie possa rendere l’Italia più uguale, più simile. E’ ormai impensabile che le amministrazioni possano impiegare più giorni per emettere un certificato anagrafico. In certi Comuni, le procedure amministrative durano il triplo o il quadruplo rispetto ad altri Comuni più efficienti. La digitalizzazione servirà per ridurre le disparità.
La criminalità organizzata si può frapporre come ostacolo al compimento della digitalizzazione degli uffici della P.A.?
Certamente, l’annunciata scelta, forte, del governo sulla trasparenza, sui dati e la condivisione dei dati è anche un mezzo per combattere la criminalità organizzata. Credo che dobbiamo fare presto e bene anche per questo motivo.